Maggio n°2 2018

Intervista al nuovo presidente di Legambiente Stefano Ciafani. Con lui abbiamo parlato del Pacchetto Europeo sull’Economia Circolare e delle battaglie della sua associazione.

Per la difesa dell’ambiente, dalla tutela delle biodiversità alla pulizia delle spiagge, dalla lotta agli ecoreati al contrasto allo smog, alla promozione dell’economia circolare. Sono alcune delle battaglie più importanti che fin dalla sua nascita, nel 1980, Legambiente porta avanti per rendere migliore l’Italia. Se oggi concetti come ecologia e sostenibilità sono entrati a far parte del comune sentire di cittadini e istituzioni lo si deve anche all’impegno di questa importante associazione. A guidarla, dal 18 marzo scorso, è il nuovo presidente Stefano Ciafani, già membro dello staff dirigenziale dell’ex numero uno Rossella Muroni, oggi impegnata in Parlamento. Con lui fanno parte del gruppo dirigente da poco eletto dall’Assemblea dei delegati anche Edoardo Zanchini e Vanessa Pallucchi (vicepresidenti), Giorgio Zampetti (direttore generale), Serena Carpentieri (vicedirettrice) e Nunzio Cirino Groccia (amministratore).

Abbiamo incontrato Stefano Ciafani in occasione della presentazione del Rapporto Cobat 2017 a Roma parlando di alcuni dei temi più importanti di attualità ambientale e del ruolo del Consorzio Cobat, con il quale Legambiente collabora da tempo.

«Cobat rappresenta uno di quei campioni dell’economia circolare made in Italy di cui abbiamo parlato al Parlamento Europeo alla presenza del vicepresidente della Commissione Jyrki Kaitanen e dell’onorevole Simona Bonafè - sottolinea Stefano Ciafani - In quell’occasione abbiamo portato l’orgoglio italiano, le migliori esperienze del nostro Paese che per certi aspetti fanno già oggi quello che l’Europa ha chiesto di attuare a tutti gli Stati membri entro il 2030 secondo le direttive raccolte nel Pacchetto sull’Economia Circolare. In Italia abbiamo imprese straordinarie per la complessità delle operazioni che mettono in atto e per i risultati che ottengono. Aziende e consorzi chiamati talvolta a faticare il doppio perché costretti ad affrontare ostacoli non tecnologici, ma di tipo burocratico e amministrativo, tipici del nostro Paese. Bisogna invece sostenere questi campioni nella loro attività di sviluppo dell’economia circolare - incalza il presidente di Legambiente - Da questo punto di vista l’Italia deve superare una volta per tutte problemi quali burocrazia, autorizzazioni sbagliate, norme che non arrivano, decreti inappropriati che vengono invece approvati. Sotto questi aspetti l’Italia continua purtroppo ad essere un’anomalia».

Rimanendo in Europa, come valuta il “Pacchetto” al quale lei stesso accennava?

«Noi abbiamo salutato con grande favore questa normativa perché ambiziosa e in grado di guardare davvero al futuro - risponde Ciafani - Con il Pacchetto Europeo sull’Economia Circolare si delinea un quadro molto chiaro in merito alla progettazione dei beni, alla massimizzazione del riciclo, alla limitazione il più possibile dello smaltimento dei rifiuti in discarica e dei consumi energetici collegati. C’erano tante spinte che volevano cercare di tenere più bassa l’asticella, soprattutto da parte degli ultimi Paesi entrati nell’Unione. Devo dire che invece è stato fatto un ottimo lavoro da parte del Parlamento per tenere la barra dritta, anche rispetto a certe logiche del Consiglio e della Commissione che volevano un po’ annacquare il testo della legge. A questo punto non ci resta che sperare nella migliore attuazione possibile delle direttive e che anche altri Paesi facciano quello che per fortuna in Italia si è già iniziato a fare bene, anche grazie a quei campioni della difesa dell’ambiente e dell’economia circolare di cui parlavo prima».

Cosa chiede Legambiente al futuro Governo e al Parlamento che si insedierà?

«Chiediamo e ci aspettiamo innanzitutto che sui temi ambientali si possa proseguire nell’importante lavoro avviato durante la scorsa legislatura che ha visto il Parlamento approvare il maggior numero di leggi sui temi ambientali con maggioranze trasversali - sottolinea il presidente di Legambiente - Norme che magari aspettavamo da vent’anni come le leggi contro gli ecoreati, quelle sulle agenzie, sullo spreco alimentare, sul divieto dei cotton fioc non compostabili o sull’utilizzo di microplastiche nei prodotti cosmetici, tanto per fare alcuni esempi. Non nascondo la nostra preoccupazione per alcuni punti del programma di Governo dato che ci interessa molto l’ecologia ambientale, ma anche l’ecologia umana».

Quali saranno i prossimi impegni dell’associazione da lei guidata?

«Continueremo a lavorare sui diversi fronti che ci vedono da tempo impegnati - precisa Ciafani - Ci apprestiamo a varare le nostre golette che usciranno dai porti per monitorare i mari di tutta Italia e i laghi del Centro Nord, andando poi a porre rimedio all’inquinamento provocato da scarichi non depurati e dai rifiuti. Un’attenzione specifica è rivolta al cosiddetto “marine litter”, al contrasto delle plastiche in mare. I volontari dei nostri circoli lavorano sulle spiagge per pulire arenili e fondali. Stiamo inoltre preparando la nuova edizione di “Puliamo il Mondo” in programma a fine settembre. Si tratta della principale attività di volontariato ambientale del nostro Paese che mobilita ogni anno centinaia di migliaia di persone. Infine, in attesa di capire come si evolverà la situazione politica, staremo con il fiato sul collo del Parlamento e del Governo affinché si possa attuare una normativa sempre più attenta alla difesa ambientale affrontando questioni rimaste ancora irrisolte come la legge sul consumo di suolo, non ancora approvata, e il tema della massima riduzione dei combustibili fossili al quale si unisce quello della mobilità sostenibile e delle auto elettriche». 

Legambiente continuerà dunque a fare la propria parte per cercare di rendere l’Italia un Paese migliore, più green, più sano e più vivibile.