Haiki Cobat è la grande piattaforma italiana di servizi per l’economia circolare.
Haiki Cobat è la grande piattaforma italiana di servizi per l’economia circolare. Haiki Cobat è presente capillarmente su tutto il territorio nazionale grazie a un network logistico e di impianti. Per questo riesce a garantire un servizio efficiente di raccolta, stoccaggio e avvio al riciclo di qualsiasi tipologia di rifiuto.
Haiki Cobat adotta best practices che consentono di ottimizzare i costi di gestione delle attività e di abbattere le emissioni in atmosfera.
Haiki Cobat è una delle quattro divisioni di Haiki+.
Con le sue quattro divisioni, Haiki+ mira a diventare il player di punta per l'economia circolare e la corretta valorizzazione dei materiali di scarto in tutto il territorio nazionale, così da guidare la transizione verde, come previsto dal Green Deal europeo.
Il Consiglio Europeo ha definito infatti dei traguardi ambiziosi per l'UE: entro il 2030, si punta a ridurre le emissioni di gas climalteranti di almeno il 55% rispetto ai livelli del 1990, così da raggiungere la neutralità climatica entro il 2050.
Con la legge europea sul clima, questi obiettivi sono diventati vincolanti per gli Stati membri: per questo, è essenziale saper orientare il sistema produttivo e industriale
verso un modello più sostenibile e circolare, in cui il rifiuto diventa materia prima secondaria da inserire nei cicli di produzione.
Grazie al suo network di aziende solide e dall'esperienza più che ventennale, Haiki+ si propone come un vero e proprio polo della circolarità, capace di soddisfare ogni richiesta grazie a competenze diversificate, innovazione tecnologica e gestione strategica degli scarti prodotti.
Scopri Haiki+La nostra storia
Viene istituito Cobat come Consorzio Obbligatorio per la raccolta e il riciclo degli accumulatori al piombo esausti.
A seguito del Decreto Legislativo 188/08 che stabilisce la liberalizzazione del mercato, Cobat da Consorzio Obbligatorio si trasforma in un Sistema di raccolta e riciclo multifiliera per la raccolta dei rifiuti tecnologici.
Il Consorzio aderisce al Centro di Coordinamento RAEE aprendosi al mercato dei rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche. Lo stesso anno, in anticipo rispetto alla normativa, il Consorzio dà avvio alla prima filiera italiana per la raccolta e il riciclo dei moduli fotovoltaici.
Il Consorzio viene riconosciuto dal Comitato per la Gestione degli Pneumatici Fuori Uso (PFU) come soggetto abilitato alla gestione degli PFU provenienti da autodemolizione.
L’Assemblea dei Soci di Cobat delibera la scissione del Consorzio, in ottemperanza alle normative inerenti la pubblicazione del modello di Statuto tipo RAEE, in attuazione del D.Lgs. 49/2014. In funzione della delibera, Cobat si scinde e dà vita a: Cobat RAEE, Cobat RIPA, Cobat TYRE.
Nato come Consorzio, Cobat si evolve diventando una SPA Società Benefit e entrando a far parte del Gruppo Innovatec, leader in Italia nel settore della Clean Technology. In particolare Cobat è controllata da Haiki+, subholding del Gruppo dedicata all’economia circolare.
Cobat SpA SB cambia denominazione e diventa Haiki Cobat. La modifica è parte del processo avviato insieme Haiki +, volto a costruire un’immagine integrata del brand e della struttura che opera verticalmente ed orizzontalmente nella filiera del fine vita.
Una storia lunga 30 anni che parla di continua innovazione, professionalità e una spiccata vocazione ambientale.
Cobat nasce come Consorzio Obbligatorio per le Batterie al Piombo Esauste e i Rifiuti Piombosi. Viene istituito con l'art. 9-quinquies del D.L. 397/88 convertito con Legge 9 novembre 1988, n.475. A Cobat venne assegnata la funzione di garantire sull’intero territorio nazionale la raccolta ed il riciclaggio delle batterie al piombo esauste. A Cobat erano obbligati a partecipare, finanziandone le attività, i produttori e gli importatori di batterie al piombo, i quali versavano al Consorzio un contributo ambientale la cui entità era stabilita da un decreto del ministero dell’Ambiente.
I risultati registrati nei primi 20 anni di attività hanno confermato una performance di assoluta eccellenza, che afferma l’esperienza italiana come leader in ambito mondiale: una raccolta di 200.000 t/anno di batterie al piombo esauste, pari a 16.000.000 di pezzi, dati prossimi al 100% dell’immesso al consumo, per un totale di circa 110 milioni risparmiati sulla bilancia commerciale nazionale nell’acquisto di piombo, materia prima utilizzata essenzialmente per produrre nuove batterie. Dal 1988 al 2008 Cobat ha recuperato piombo equivalente a quello estraibile da una miniera lunga 20 km.
Con il decreto legislativo 188/08 e l’abrogazione della legge istitutiva del Consorzio e dell’art. 235 del D.lgs. 152/06, si sancisce definitivamente la venuta meno dell’obbligatorietà di Cobat e dell’esistenza di un Consorzio unico per la gestione delle batterie al piombo esauste in Italia. Oltre ai mutamenti normativi previsti dal D.Lgs.188/08, che ha istituito un regime di libera concorrenza nel settore, sono state le esigenze dei produttori, interessati a individuare un unico interlocutore a cui affidare la gestione del fine vita dei diversi prodotti immessi sul mercato, a spingere Cobat verso tale evoluzione. Cobat diviene così un consorzio volontario (i produttori si iscrivono per libera scelta) ed opera sul territorio nazionale insieme ad altri sistemi concorrenti. Per aumentare la propria concorrenzialità, Cobat ha modificato il proprio statuto prevedendo la possibilità di svolgere la gestione di qualsiasi tipologia di rifiuto, salvo quelle per le quali la legge non preveda specificatamente l’esistenza di consorzi obbligatori. Nascono Cobat RIPA, RAEE e TYRE, seguiti poi da Cobat Compositi e Cobat Tessile, incrementando così le filiere presidiate.
Ma l’evoluzione non si è mai fermata. Da consorzio, Cobat diventa Società per Azioni, sempre guardando alla tutela dell’ambiente e alla qualità dei servizi offerti ai propri partner all’insegna dell’economia circolare. Non solo una società di capitali, ma allo stesso tempo una Società Benefit, un soggetto giuridico che integra cioè nel proprio oggetto sociale anche lo scopo di avere un impatto positivo sulla società e sull’ambiente.
Con l’acquisizione della maggioranza del capitale di Cobat SpA, da parte del Gruppo Innovatec, leader nel settore della clean technology, la società rafforza il posizionamento strategico sul mercato, amplia l’offerta commerciale ed espande la penetrazione nel settore di riferimento.
Il cambio di denominazione da Cobat SpA ad Haiki Cobat, è parte del processo avviato insieme ad Haiki +, sub-holding del Gruppo Innovatec dedicata all’economia circolare, volto a costruire un’immagine integrata del brand e della struttura che opera verticalmente ed orizzontalmente nella filiera del fine vita.
Cobat, fin dalla sua fondazione, è stato attivo nella promozione del rispetto dell’ambiente, della legalità e dell’economia circolare in Italia e nel mondo. L’attività di Cobat è stata conosciuta dal grande pubblico grazie alle spettacolari operazioni di recupero di rifiuti pericolosi nei fondali marini e in alta montagna.
Tra le iniziative promosse e sostenute da Cobat si ricordano campagne di sensibilizzazione con le più importanti associazioni ambientaliste del Paese.
Cobat ha avviato con Legambiente attività di formazione e informazione per promuovere il valore aggiunto delle imprese che scelgono la legalità e l’ecosostenibilità. Sempre con l’associazione del cigno ha sostenuto la pubblicazione dell’annuale Rapporto Ecomafie e numerosi eventi in tutta Italia. Costante anche l’impegno con la Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile e il Circular Economy Network, senza dimenticare la promozione di una mobilità sostenibile che integri anche una corretta gestione delle batterie al litio a fine vita, con Cobat tra i primi promotori di e-mob, il pionieristico festival della e-mobility in Italia.
Cobat ha anche superato i confini nazionali, con spedizioni che univano l’ambiente con l’impegno sociale: nel 2002 l’operazione di recupero delle batterie al piombo esauste giacenti presso la Piramide Laboratorio del CNR a 5000 metri sul livello del mare in Himalaya vicino al campo base dell’Everest; nel 2005 la campagna di istruzione ai giovani di Puno in Perù presso il lago Titicaca per la costruzione di impianti di distribuzione di acqua calda; nel 2007 e nel 2008 l’installazione di pannelli solari destinati al Tibetan Children’s Village di Choglamsar in India, che a 3500 metri di quota ospita 1500 bambini tra i 3 e i 17 anni, orfani e figli di profughi tibetani in esilio; nel 2010 l’aiuto alla ricostruzione in Ladakh (India) di un campo di profughi distrutto a seguito di una devastante alluvione.
Per queste attività, nel 2012 il Comitato Italiano “Carta della Terra” ha consegnato a Giancarlo Morandi, presidente di Cobat, la targa d’oro, deliberata dall'Associazione Internazionale della Carta della Terra sotto la presidenza di Michail Gorbačëv: il premio era attribuito al personaggio che si era maggiormente distinto per il forte impegno sociale unito a concrete azioni internazionali per lo sviluppo sostenibile e la protezione ambientale. Cobat è successivamente tornato sul tetto del mondo, con la Top Recycling Mission, in collaborazione con il Comitato EvK2CNR, per sostituire le batterie esauste e i pannelli fotovoltaici del Laboratorio Osservatorio Piramide voluto nel 1987 da Ardito Desio a quota 5.050 sul versante nepalese dell'Everest.