Dicembre n°3 2021

Un'altra mobilità è possibile

Foto: Emanuela Fagioli, emob-italia.it, Adobe Stock

Ritorno in presenza e ottimi risultati per il Festival nazionale della mobilità elettrica. Dopo la versione online dell’anno scorso causa emergenza Covid, l’edizione 2021 di E_Mob è tornata a parlare direttamente al pubblico approdando per la prima volta nel cuore di Milano, tra piazza Duomo, piazza dei Mercanti e Palazzo dei Giureconsulti, oltre a un’importante conferenza introduttiva nella sede di Regione Lombardia sulla seconda vita delle batterie. Class Onlus e Cobat - insieme a diverse altre aziende, istituzioni e realtà associative del panorama nazionale - sono stati ancora una volta i promotori di questo evento che dal 2017 a oggi è cresciuto, promuovendo una serie di azioni concrete e una sensibilità green volte a favorire la diffusione di veicoli a emissioni zero anche in Italia, a lungo fanalino di coda in Europa in questo settore. Ora non è più così: la rivoluzione elettrica è iniziata anche nel nostro Paese, lo dicono i numeri, e a E_Mob 2021 è stato chiesto alla Governance locale e nazionale di incrementare lo sforzo per dire addio al più presto a diesel e benzina.

La linea è quella già tracciata in passato nella Carta Metropolitana: incentivi all’uso dell’elettrico, aree riservate ai veicoli green nei centri delle città, trasporti pubblici ecologici, più colonnine di ricarica sia pubbliche che private, contenimento dei costi per chi sceglie l’elettrico puntando sul riutilizzo delle batterie. Quest’anno sono poi stati sollecitati più fondi al settore grazie al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, all’interno del capitolo sulla transizione ecologica. Il tutto continuando a promuovere una cultura elettrica tra la popolazione: in tanti si sono infatti fermati a vedere da vicino auto, moto, pullman e altri mezzi esposti tra piazza Duomo e la via pedonale di Palazzo Giureconsulti, dal 16 al 19 ottobre, ponendo domande e informandosi sui servizi. Spazio inoltre a una giornata istituzionale con i protagonisti della mobilità elettrica in Italia e i rappresentanti delle istituzioni. Soddisfatti gli organizzatori, che hanno lanciato un messaggio forte e chiaro: questo è il momento di accelerare con la mobilità sostenibile.

Il taglio del nastro e lesposizione dei veicoli green in piazza Duomo

Giancarlo Morandi (presidente di Cobat), Camillo Piazza (presidente di Class Onlus), Bruno Tabacci (Sottosegretario alla presidenza del Consiglio) Massimo Dal Checco (Consigliere della Camera di Commercio di Milano, Monza e Brianza), e Marco Granelli (assessore alla Sicurezza del Comune di Milano): a loro è toccato il compito di tagliare il nastro di E_Mob 2021.

“Gli addetti ai lavori si sono ormai resi conto già da tempo che la mobilità elettrica rappresenta un pilastro insostituibile di un percorso più grande per la sostenibilità in generale della nostra vita sociale - ha commentato Giancarlo Morandi - Quando parliamo di mobilità green non dobbiamo pensare solo alle auto elettriche private, ma anche all’espansione dell’attività pubblica nel settore dei trasporti e dei servizi. Certo, i veicoli a propulsione elettrica sono un pilastro essenziale di questo nuovo modo di intendere la mobilità. Oltretutto garantiscono non solo il rispetto dell’ambiente, ma anche grandi soddisfazioni di guida, senza dimenticare i minori costi di manutenzione e la crescente autonomia. Diffondere notizie sulla qualità e il valore aggiunto delle auto elettriche è una parte fondamentale di questa rivoluzione culturale a favore della mobilità non inquinante”.

Raggiante per l’approdo di E_Mob in centro a Milano, Camillo Piazza: “Finalmente la mobilità elettrica è sdoganata, il fatto di essere in piazza Duomo, in un’area simbolo della città, e vedere questa partecipazione, mi riempie di orgoglio, sono veramente felice. La Pubblica Amministrazione, in questo caso il Comune di Milano, ci riconosce come un valore aggiunto per la sostenibilità, noi che da sempre crediamo in questa rivoluzione culturale e scientifica”. Ma ad oggi quante sono le auto elettriche in Italia? “Tre giorni fa hanno superato la soglia delle 200.000 macchine plug-in o totalmente elettriche, ogni mese vengono vendute 10.000 auto a emissioni zero, siamo ormai a circa il 10% del mercato dell’immesso al consumo. Rispetto a quest’ultimo dato va considerato il calo del mercato complessivo delle auto nell’ultimo periodo, ma la sostanza non cambia: l’elettrico avanza. L’obiettivo è arrivare entro il 2025 a quasi due milioni di veicoli elettrici circolanti nel nostro Paese”.

“Nel Pnrr c’è tutto il capitolo della transizione ambientale, che evidentemente comprende anche il tema della mobilità sostenibile - ha ricordato Tabacci - Dopodiché è chiaro che si tratta di organizzare dei progetti che stiano in piedi, concreti e giusti. La sostenibilità è una parola molto impegnativa, occorre considerare diversi aspetti rispetto a come declinarla. La popolazione mondiale è  triplicata nell’arco di 50 anni, oggi siamo quasi 8 miliardi e questo è un elemento chiave. Parlare di emissioni in uno scenario di diseguaglianze profonde tra popolazioni che vivono tutte sulla terra ma in diverse parti del mondo è un elemento che carica tutti di grandi responsabilità. Certamente siamo senza alternative: questo pianeta noi lo dobbiamo guarire per forza perché ne abbiamo uno solo”.

Chi ha creduto fin dall’inizio a E_Mob e ha voluto esserci anche quest’anno è il Comune di Milano. “Ringraziamo il team di E_Mob per questa capacità di diffondere l’elettrico - ha detto Marco Granelli - Questa è la frontiera dello sviluppo sostenibile, la strada per un’indispensabile transizione ambientale, e Milano vuole ricoprire un ruolo da leader. È bello avere esposti qui in piazza Duomo i nuovi bus elettrici che già in 130 girano per la città, mezzi green per la raccolta dei rifiuti, oltre alle auto e agli scooter. La città sta cambiando ed è bene capire che non si tratta del futuro, ma del presente. La mobilità sostenibile è già oggi”.

Una giornata istituzionale a Palazzo dei Giureconsulti

All’interno dell’E-mobility festival si è tenuta una giornata istituzionale per fare il punto sulla mobilità elettrica in Italia e sulle azioni da intraprendere per favorire ancora di più la diffusione di veicoli non inquinanti, il tutto tenendo presente gli obiettivi europei che impongono il divieto di utilizzo di auto a diesel o benzina entro il 2035 e gli aiuti stanziati nel Pnrr sul fronte della transizione ecologica. Ad aprire presso Palazzo dei Giureconsulti il dibattito con i protagonisti della mobilità elettrica in Italia - aziende, operatori del settore e istituzioni - sono stati proprio i presidenti Giancarlo Morandi e Camillo Piazza. Ai rappresentanti di Stato, Regione e Comuni sono stati chiesti ulteriori impegni precisi in termini di infrastrutture e stanziamenti, senza mai dimenticare l’attività di sensibilizzazione sul tema nei confronti della popolazione.

“Il cambiamento è ormai in atto, e non è solo una questione di mobilità elettrica, qui parliamo di transizione ecologica, energetica e digitale - ha affermato Massimo Dal Checco - Sono dei passaggi importantissimi che cambieranno anche il nostro modo di vivere sia come imprese, sia come cittadini. E già sta accadendo. L’importante è quindi essere pronti a questi cambiamenti, capirli per tempo e prepararsi anche culturalmente a come gestirli”.

Significativo in merito alle scelte delle grandi imprese l’intervento di Camillo Mazza, General Manager di Bosch: “Nella mobilità elettrica noi crediamo già da tempo. Dieci anni fa abbiamo cominciato con le biciclette elettriche, ma naturalmente la mobilità dell’automotive è il nostro core business. Negli ultimi 8 anni abbiamo investito circa 5 miliardi di euro per sviluppare prodotti e tecnologie specifiche e prepararci così al meglio a questa nuova elettromobilità che evidentemente rappresenta il futuro”.

Mascha Baak, Console Generale dei Paesi Bassi a Milano, ha invece posto l’accento sulla necessità di una maggiore sinergia tra gli Stati: “Questo è un settore molto complicato e la collaborazione tra Paesi aiuta tutti. In Olanda il numero di veicoli elettrici sta crescendo molto più velocemente di quanto inizialmente previsto, si tratta di un dato molto interessante”.

Francesco Venturini, amministratore delegato di Enel X, ha quindi toccato uno dei temi cardine per la rivoluzione elettrica, quello delle colonnine: “Arriveremo sicuramente ad avere decine e decine di stazioni di ricarica sui territori, a bassa come ad elevata potenza. Sinceramente penso che le infrastrutture non siano un problema. Quello che dobbiamo fare è costruire un mondo intorno alle infrastrutture, e lì invece continuo a vedere ancora incertezze, penso a tutta quella parte riguardante i servizi per poter usufruire delle colonnine. E poi ci sono ancora troppi ostacoli legati alla burocrazia”.

Molto interessanti i dati illustrati da Francesco Naso, segretario generale di Motus-E: “Adesso in Italia sono 25.000 o poco meno i punti di ricarica d’accesso pubblico, a cui si sommano i circa 70.000 privati (ma li stiamo ancora stimando) considerando condomini e aziende. Da qui al 2030 servirebbero tra le 110.000 e le 130.000 colonnine, un fabbisogno necessario per una copertura minima nazionale, sperando che aumentino i punti di ricarica ad alta potenza. I fondi per la transizione ecologica sono elevati, parliamo di oltre 25 miliardi di euro, ma all’interno di questi i contributi per la mobilità elettrica sono purtroppo pochi”.

Al dibattito istituzionale di E_Mob sono intervenuti in presenza anche il senatore Eugenio Comincini, i deputati Davide Crippa e Bruno Tabacci, e l’europarlamentare Eleonora Evi. “È giunto il momento di spingere sull’acceleratore, e in questo caso si tratta della metafora più corretta, della mobilità elettrica - ha commentato Evi - Vanno potenziate soprattutto le infrastrutture di ricarica. Ad oggi, nell’ambito del Pnrr sono molto poche le risorse che l’Italia ha messo su questo capitolo se raffrontate per esempio con lo sforzo di altri Paesi come la Germania. Il nostro Governo deve fare di più”.

Automotive, strategie innovative per il second life delle batterie

Intanto, all’interno di E_Mob 2021, un’azione concreta per la diffusione dei veicoli green è stata avviata anche grazie a Cobat. Arriva infatti la prima filiera italiana per dare una seconda vita alle batterie al litio nell’automotive. Se n’è parlato durante il convegno preparatorio organizzato nella sede di Regione Lombardia. Il tema è molto importante perché recuperando gli accumulatori, vera anima dei veicoli a emissioni zero, si possono contenere i prezzi delle auto e favorirne la diffusione, difendendo allo stesso tempo l’ambiente.

“La riutilizzabilità delle batterie a scopo di accumulo energetico è un tema cardine anche in Europa per la gestione del fine vita delle batterie - ha spiegato Luigi De Rocchi, R&D Manager Cobat - Una batteria che viene disinstallata da un’auto elettrica può avere ancora una capacità di carica residua che la rende estremamente interessante per altri scopi, per esempio per accumulare energia proveniente da fonti rinnovabili che sono per definizione abbastanza imprevedibili. Il fotovoltaico produce energia soltanto di giorno e non di notte, l’eolico solo quando c’è vento. Diventa quindi importante avere dei sistemi di accumulo per stabilizzare l’energia e poterla erogare durante le fasi di necessità che non necessariamente coincidono con quelle di produzione”.

C’è poi un altro aspetto fondamentale legato alla gestione del fine vita delle batterie. “Bisogna uscire dalla classificazione di rifiuto e poter riqualificare questo materiale come prodotto - ha aggiunto De Rocchi - Serve quella che nel settore viene chiamata regolamentazione sull’end of waste. Attualmente per le batterie questa regolamentazione non c’è, ma in Europa il nuovo draft sul regolamento delle batterie che andrà a sostituire l’attuale quadro normativo prevede proprio una legislazione sull’end of waste. Quindi ci arriveremo presto e avremo la possibilità di riutilizzare le batterie come già avviene in altre filiere con altri prodotti”.

Claudio Rabissi, docente del Politecnico di Milano, ha quindi ricordato l’impegno della sua università per individuare tecniche sempre più efficaci per riutilizzare le batterie. “L’argomento richiede competenze molto ampie, quindi il Politecnico ha deciso di sviluppare un laboratorio di tipo interdipartimentale sul tema. La sfida da vincere è dimostrare che a livello industriale è possibile e conveniente gestire le batterie post utilizzo, sfruttando la granularità di questi sistemi, tornando alla singola cella. Questo perché all’interno di un sistema, le singole celle possono invecchiare in maniera differente. È quindi opportuno individuare soluzioni che siano dedicate allo stato di salute di ciascuna di esse per poi indirizzarle al meglio ad una seconda vita che sia il più efficiente possibile all’interno dei nuovi sistemi da comporre”.

Raffaele Cattaneo, assessore all’Ambiente di Regione Lombardia, ha infine lodato l’impegno dei soggetti coinvolti nella nuova filiera e in generale in E_Mob: “L’elettrificazione della mobilità, del riscaldamento civile e di altri settori, insieme alla transizione verso la produzione di energia da fonti rinnovabili è uno dei pilastri su cui si regge il percorso di uno sviluppo davvero sostenibile. Quindi sicuramente questa sarà una direttrice lungo la quale confluiranno investimenti pubblici e privati, grandi innovazioni e notevoli opportunità di lavoro e di nuova imprenditoria. Bisogna crederci”.

Componenti e ruolo della filiera per il riuso delle batterie

Sono 9 i soggetti che hanno già firmato un Memorandum of Understanding per sviluppare una filiera nazionale per la gestione del fine vita delle batterie al litio provenienti dal settore automotive. Si tratta di storiche aziende italiane dell’energia e dell’ambiente, nonché delle più importanti associazioni di categoria e di poli dell’innovazione considerati eccellenze internazionali. Ecco i loro nomi:

Class Onlus, l’associazione no-profit che dal 2003 si occupa di mobilità sostenibile, storica promotrice di E_Mob

ANFIA, l’Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica: con 360 aziende associate, è una delle maggiori associazioni di categoria in Italia

• Cobat, piattaforma italiana di servizi per l’economia circolare con un particolare focus sulla raccolta e il riciclo delle componenti delle autovetture, a partire dalle batterie

• Innovhub Stazioni Sperimentali per l’Industria, centro nazionale di ricerca, innovazione e trasferimento tecnologico che opera in diversi ambiti industriali

• Enel, storica realtà italiana dell’energia e uno dei principali operatori integrati globali nei settori dell’energia elettrica e gas

• Comau, azienda del gruppo Stellantis, leader a livello globale nel campo dell’automazione industriale, sviluppa sistemi, prodotti e servizi per l’automotive e numerosi altri settori industriali, in linea con i requisiti dell’Industria 4.0

• Dipartimento di Meccanica del Politecnico di Milano, una delle principali realtà italiane che fa ricerca nel settore

• RSE, società controllata dal Gestore dei Servizi Energetici, attiva nello sviluppo di attività di ricerca nel settore elettro-energetico, con particolare riferimento ai progetti strategici nazionali

Flash Battery, azienda italiana che fornisce batterie al litio ai costruttori di macchine industriali e veicoli elettrici con medi volumi produttivi e alte esigenze di personalizzazione.

L’obiettivo del progetto è garantire il recupero della funzionalità di queste batterie, riconvertendole in sistemi di accumulo stazionari. In altri termini? La batteria di un’auto elettrica a un certo punto dovrà essere sostituita perché non più in grado di alimentare in maniera adeguata il veicolo. Tuttavia, quella stessa batteria può essere rigenerata e utilizzata all’interno di sistemi di stoccaggio dell’energia, come ad esempio quelli che servono per immagazzinare l’elettricità derivante dalle fonti rinnovabili. Nonostante infatti la vita utile di una batteria al litio per auto elettrica sia pari a circa 10-12 anni, la capacità residua quando viene smontata dall’auto può raggiungere ancora fino all’80% di quella nominale. Una percentuale significativa, ma che comunque la rende inadatta per una vettura. Eppure, quella batteria può essere ancora utilizzata. Basta riconvertirla e destinarla ad un altro utilizzo.

È qui che entra in gioco il progetto dei 9 protagonisti della filiera del second life delle batterie al litio. Tutte assieme, aziende e associazioni si sono impegnate ad avviare attività di ricerca e sviluppo per le seguenti attività: 1) Stoccaggio e messa in sicurezza degli accumulatori dismessi dai rispettivi settori di provenienza; 2) Disassemblaggio e relativi pre-trattamenti attraverso tecnologie innovative che, sfruttando l’automazione robotizzata, favoriscano l’efficienza dei processi e lo svolgimento delle attività nel rispetto dei più alti standard di sicurezza; 3) Verifica dello stato di salute delle singole celle o moduli per l’individuazione delle componenti ancora utilizzabili; 4) Ri-assemblaggio delle celle o moduli riutilizzabili e la produzione di nuovi pacchi di accumulo energetico, per applicazioni stazionarie.

Il progetto ha inoltre lo scopo di sviluppare tecnologie e processi per il trattamento di riciclo delle celle e dei moduli risultati inutilizzabili, in accordo con i principi dell’economia circolare. Ogni partner sarà responsabile di una specifica attività in funzione della propria expertise: Cobat si occuperà per esempio di definire le procedure ottimizzate di raccolta e messa in sicurezza degli accumulatori nel pieno rispetto della normativa vigente sui rifiuti e di individuare le migliori soluzioni applicabili per moduli/celle risultati inutilizzabili e quindi da gestire come rifiuto da inviare a trattamento e recupero finali.