Dicembre n°3 2021

TURISMO SOSTENIBILE

Foto di: Emanuela Fagioli

L’emergenza sanitaria incide sulle scelte di viaggio per l’80% degli italiani, sempre più attenti alla qualità dei luoghi e alla riscoperta dei borghi in un’ottica “country”. Per il 96% dei nostri connazionali, il cibo, i prodotti e i piatti tipici sono elementi chiave per rilanciare l’ospitalità sui territori. L’83% chiede maggiore tutela dei prodotti agroalimentari contro il fenomeno dell’agropirateria e a difesa del made in Italy.

Sono questi alcuni dei dati più significativi che emergono dall’11° Rapporto “Gli italiani, il turismo sostenibile e l’ecoturismo” con focus su “Food tourism e tutela dell’Italian taste”. Lo studio è stato realizzato da Fondazione UniVerde in collaborazione con Noto Sondaggi e con la main partnership di Cobat, e i risultati sono stati divulgati al convegno “Turismo e Made in Italy: ricette per la ripartenza” con un’attenzione specifica ai viaggi in tempo di pandemia. L’evento, promosso per celebrare la 42° Giornata Mondiale del Turismo, è stato ospitato presso la Residenza Vignale a Milano e organizzato dalla stessa Fondazione, insieme a ITA0039 - 100% Italian Taste Certification by Asacert, in collaborazione con Coldiretti, Campagna Amica e Rotary Club Passport Innovation.

“Il Rapporto rivela che per il 96% degli italiani il cibo rappresenta una forte spinta a esplorare e degustare le specialità enogastronomiche dei territori - ha dichiarato Alfonso Pecoraro Scanio, Presidente della Fondazione UniVerde - Una vera e propria ricerca di sapori e tradizioni autentiche, unendo al piacere di visitare i luoghi quello della scoperta dei prodotti e dei piatti tradizionali locali. Tuttavia, solo per il 54% degli intervistati il food e gli itinerari tematici sono adeguatamente promossi dalle istituzioni come richiamo turistico. Il Governo usi anche il Pnrr per investire sul rilancio del turismo, ma anche sulla certificazione del made in Italy per garantire i nostri produttori di qualità e contrastare l’agropirateria”.

Nel merito del rapporto tra turismo e prodotti tipici è intervenuto anche Ettore Prandini, Presidente di Coldiretti: “Il rapporto fra gli italiani e il cibo rappresenta un  asse fondamentale del nostro turismo nazionale - ha sottolineato - La ricerca dei prodotti tipici è diventato un ingrediente irrinunciabile delle vacanze in un Paese come l’Italia che è leader mondiale del turismo enogastronomico con 316 specialità ad indicazione geografica riconosciute a livello comunitario e 415 vini Doc/Docg, 5.266 prodotti tradizionali regionali censiti lungo la Penisola, la leadership nel biologico con oltre 80.000 operatori biologici e la più grande rete mondiale di mercati di agricoltori e fattorie con Campagna Amica”.

E poi c’è l’importante tema di un turismo amico dell’ambiente, meno mordi e fuggi e più attento ai territori. “E se al posto di un turismo frenetico, che si muove su una linea retta fatta di tappe mordi e fuggi, scegliessimo un turismo più dolce, che segue sinuose linee curve, talvolta anche girando in tondo? - Si è domandato Giancarlo Morandi, presidente di Cobat - Una perdita di tempo? No, un nuovo modo di godersi il panorama e l’ambiente che ci circonda. Lo stesso vale per l’economia: a chi giova, ormai, il frenetico mondo produttivo che si muove in linea retta? Meglio un’economia circolare, che ci permetta di creare al contempo valore economico, sociale e ambientale. La circular economy, di cui Cobat è protagonista da oltre 30 anni, permette di preservare l’ecosistema, trasformando i rifiuti in nuove materie prime e rendendo dunque più attrattivo il nostro territorio”.

Roberto Berutti, Membro del Gabinetto del Commissario UE all’Agricoltura, ha invece posto l’attenzione sul valore delle imprese familiari. “La pandemia ha evidenziato la strategia di accorciare la filiera corta e l’importanza di rafforzare le imprese a dimensione familiare. L’agriturismo è un elemento di rilancio turistico, sia come espressione della capacità di accoglienza tipica italiana, sia come valorizzazione del patrimonio materiale e immateriale dei territori e dei prodotti della biodiversità. La certificazione che Asacert - ha concluso Berutti - ha introdotto è un passo in avanti, per dare chiarezza e risposte alle esigenze dei consumatori e dei turisti, sulla garanzia di origine del nostro agroalimentare”.

Al dibattito hanno portato il proprio contributo anche diversi esperti del settore enogastronomico. Tra loro il celebre chef Enrico Derflingher, presidente di Euro-Toques Europa e già cuoco della Casa Reale Inglese e della Casa Bianca, il quale ha sottolineato il valore internazionale delle eccellenze della cucina italiana, e Simone Mascagni di Alta Cucina, la food community che promuove le ricette, la cultura, e il valore della ristorazione e della cucina italiana in rete. Durante il dibattito di Milano, il Rapporto dedicato al turismo sostenibile è stato poi illustrato nei dettagli da Sandra Cuocolo di Noto Sondaggi. I dati 2021 confermano le esigenze associate dal campione di intervistati all’idea di turismo: per il 45% degli italiani scaturisce dal desiderio di arricchimento culturale e dalla maggiore conoscenza o esplorazione; dalla voglia di relax per il 43%, svago per il 40% e sport per il 12%. Ad attrarre sono principalmente: arte, storia, cultura, eventi (64%), natura e paesaggi (65%), prodotti enogastronomici tipici (26%). Secondo i rilevamenti, nei prossimi dieci anni, la sensibilità per l’ecoturismo crescerà per il 69% degli italiani.

Sale all’85% (+2% rispetto alla scorsa ricerca) la percentuale del livello di conoscenza della definizione di “turismo sostenibile” inteso come quello che rispetta l’ambiente e cerca di ridurre il consumo di energia e di risorse del territorio. È del 73% il totale degli intervistati che lo considera eticamente corretto e vicino alla natura (+2% rispetto alla precedente rilevazione). Sulla possibilità di spendere il 10 o anche il 20% in più per non danneggiare l’ambiente durante le proprie vacanze, il 43% sostiene di esserne disponibile.

Tra gli alloggi preferiti: B&B (32%, -2% rispetto alla media degli ultimi nove anni), agriturismo (stabile a 35%), albergo (31%, -2%) mentre sale al 26% la preferenza per la casa in affitto (+2%). Prima di scegliere una struttura turistica, il 48% degli italiani (+2% rispetto alla precedente ricerca) si informa sull’attenzione che ha per l’ambiente e l’81% utilizza internet per le ricerche. A dimostrare che la struttura sia attenta all’ambiente, per il 59% degli utenti è la presenza di pannelli fotovoltaici, per il 34% l’uso di sistemi per il risparmio elettrico, per il 28% il risparmio idrico e per il 22% essere “Plastic free” (+2% rispetto alla media delle ultime nove rilevazioni).

I turisti sostenibili sono attenti anche ai servizi offerti e valutano positivamente menù biologici o a km 0 (41%, +2% rispetto alla precedente rilevazione), raccolta differenziata (38%), proposta di escursioni ecoturistiche (21%, +4%), ricariche o noleggio di auto elettriche o ibride (10%). Si attestano al 35% coloro i quali prediligono luoghi e attività attente alla riduzione degli sprechi, Zero Waste e trasparenza nelle procedure per il riciclo di rifiuti, compensazione delle emissioni, prodotti naturali per il corpo e non testati su animali. Per i trasporti, il 65% rinuncerebbe all’auto se la meta fosse raggiungibile in treno; il 61% se sul posto ci fosse il car sharing e il 50% se potesse usare l’autobus per arrivare alla destinazione. Il 63% dichiara inoltre di aver già preferito il treno per motivi ecologici.

Da segnalare infine che, rispetto ai temi riguardanti l’alimentazione e il cambiamento climatico, l’85% condivide l’idea che le azioni di mitigazione degli effetti del climate change passano anche attraverso le scelte alimentari dei singoli individui. A tal proposito, l’81% è disposto ad adeguarsi ai principi della dieta mediterranea e l’88% preferisce cibi a Km zero.