In ognuno che abbia a cuore
le sorti del nostro Paese non può che nascere un momento di scoramento appena conclusa la lettura dei quotidiani.
Assistiamo sempre più spesso all’incapacità delle burocrazie di vivere la modernità e l’efficienza che pure le nuove tecnologie sarebbero in grado di garantire.
La tracotanza e la superbia nei confronti del singolo individuo ci fanno sentire impotenti se non addirittura paurosi di un possibile futuro negativo proprio per ognuno di noi.
Gli episodi piccoli o grandi che ci vengono raccontati testimoniano solo un esercizio di forza applicato da ogni tipo di ente burocratico: da chi sancisce una multa per chi ha invaso la zona ZTL spingendo a mano un motorino, alla pretesa di esigere sanzioni per diverse migliaia di euro dopo decine di anni dai fatti che le hanno scaturite ad un ormai povero pensionato.
E l’istituto del “solve e repete”, che solo in Italia viene applicato contro cui nessun governo si adopera, è la cartina di tornasole della prepotenza burocratica.
Le difficoltà che trovano gli individui quando si vogliono dedicare alla conduzione di una impresa sono poi rese più drammatiche da tante incertezze programmatorie.
Sembrerebbe dunque impossibile che vi siano ancora in Italia uomini che decidano di essere imprenditori.
Questo numero di Ottantadue è invece la testimonianza che nonostante il panorama avverso nel nostro Paese vi sono dei capitani coraggiosi che aprono attività produttive, con attenzione ai problemi sociali e ambientali e si attrezzano già oggi per affrontare il futuro che verrà.
In particolare non possiamo che ammirare i successi ottenuti da queste aziende e soprattutto la loro capacità di fare squadra senza alcun egoismo di parte.
È la passione di questi imprenditori oggi riuniti nell’associarsi a Percorso Cobat che ci fa essere orgogliosi del nostro Paese e del lavoro che insieme saremo capaci di svolgere nell’interesse delle singole aziende e di quello generale.