Giugno n°2 2021

PNRR

Foto: Adobe Stock

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza può essere un’opportunità per le imprese italiane? Dove andranno gli investimenti che l’Italia intende fare da qui al 2026? Per trovare una risposta, bisogna studiare il corposo documento di 337 pagine, che Roma ha già inviato a Bruxelles. Ecco, in sintesi, cosa dice.

Struttura e investimenti

Sono 6 le missioni - veri e propri capitoli - in cui si articola il PNRR. Per ogni missione è specificata la dotazione finanziaria:
1.    Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura: 40,73 miliardi di euro
2.    Rivoluzione verde e transizione ecologica: 59,33 miliardi di euro
3.    Infrastrutture per una mobilità sostenibile: 25,13 miliardi di euro
4.    Istruzione e ricerca: 30,88 miliardi di euro
5.    Inclusione e sociale: 19,81 miliardi di euro
6    Salute: 15,63 miliardi di euro
Ogni missione è composta da specifiche componenti, che riguardano Pubblica Amministrazione e imprese private. Nell’articolo si andranno ad analizzare le componenti delle missioni relative alle imprese, con particolare riferimento ai temi della sostenibilità e dell’innovazione.

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Missione 1: digitalizzazione, innovazione e competitività nel sistema produttivo

La missione 1 ha al suo interno 3 componenti: Pubblica Amministrazione, sistema produttivo e turismo e cultura. L’obiettivo è la modernizzazione digitale delle infrastrutture di comunicazione.
Gli obiettivi generali della componente 2, quella sul sistema produttivo, sono:
•    Favorire la transizione digitale e l’innovazione del sistema produttivo incentivando gli investimenti in tecnologie avanzate, ricerca e innovazione.
•    Realizzare investimenti per le connessioni ultraveloci in fibra ottica 5G.
•    Rafforzare la partecipazione allo sviluppo dell’economia dello spazio e i sistemi di osservazione della Terra per il monitoraggio dei territori.
•    Promuovere la sviluppo e la competitività delle imprese italiane anche sui mercati internazionali, anche attraverso strumenti finanziari innovativi.
Il primo intervento previsto è quello di rafforzare la politica di incentivazione fiscale già in corso. Il nuovo piano per la Transizione 4.0 incentiverà gli investimenti in tecnologie all’avanguardia così come in ricerca, sviluppo e innovazione, e punta a incrementare il grado di coinvolgimento delle attività economiche di minore dimensione e collocate al Sud. Sono anche introdotte misure specifiche a sostegno di settori ad alto contenuto tecnologico e fortemente allineati alle priorità europee (ad esempio le tecnologie satellitari).
Rispetto al precedente programma Industria 4.0, introdotto nel 2017, ci sono tre principali differenze:
•    L’ampliamento (già in essere a partire dal 2020) dell’ambito di imprese potenzialmente beneficiarie grazie alla sostituzione dell’iperammortamento (che per sua natura costituisce un beneficio per le sole imprese con base imponibile positiva) con appositi crediti fiscali di entità variabile a seconda dell’ammontare dell’investimento, ma comunque compensabili con altri debiti fiscali e contributivi.
•    Il riconoscimento del credito non più su un orizzonte annuale, osservando gli investimenti effettuati in tutto il biennio 2021-2022 (dando così alle imprese un quadro più stabile per la programmazione dei propri investimenti).
•    L’estensione degli investimenti immateriali agevolabili e l’aumento delle percentuali di credito e dell’ammontare massimo di investimenti incentivati.
Assieme a queste politiche è previsto lo sviluppo di un’infrastruttura di reti fisse e mobili ad altissima capacità, per consentire alle imprese di usufruire di diverse “tecnologie 4.0” (sensori, l’Internet of Things, stampanti tridimensionali, ecc.) che richiedono collegamenti veloci e con bassi tempi di latenza.
Per le piccole e medi imprese sono programmati interventi di sostegno, con un focus sull’internazionalizzazione, per favorire la diffusione del Made in Italy all’estero, e il rafforzamento delle filiere produttive più innovative/strategiche.

Missione 2 - Componente 1: Economia Circolare e Agricoltura sostenibile

La Missione 2 è quella in cui si trova finalmente l’espressione “economia circolare”, presente nella componente 1, denominata “economia circolare ed agricoltura sostenibile”.
Gli obiettivi generali relativi, in maniera diretta e indiretta, alla circular economy sono:
•    Miglioramento della capacità di gestione efficiente e sostenibile dei rifiuti e avanzamento del paradigma dell’economia circolare.
•    Sviluppo di progetti integrati (circolarità, mobilità, rinnovabili) su isole e comunità.
Le proposte progettuali dell’Italia sull’economia circolare all’interno del PNRR puntano a colmare le lacune strutturali che ostacolano lo sviluppo del settore: il miglioramento della gestione dei rifiuti e dell’economia circolare tramite l’ammodernamento e lo sviluppo di impianti di trattamento rifiuti.
Inoltre, verranno avviate azioni integrate per rendere le piccole isole completamente autonome e “green”, consentendo di minimizzare l’uso di risorse locali, di limitare la produzione di rifiuti e di migliorare l’impatto emissivo nei settori della mobilità e dell’energia.

Missione 2 - Componente 2: energia rinnovabile, idrogeno, rete e mobilità sostenibile

La componente 2 ha i seguenti obiettivi:
•    Incremento della quota di energia prodotta da fonti di energia rinnovabile (FER) nel sistema, in linea con gli obiettivi europei e nazionali di decarbonizzazione.
•    Potenziamento e digitalizzazione delle infrastrutture di rete per accogliere l’aumento di produzione da FER e aumentarne la resilienza a fenomeni climatici estremi.
•    Promozione della produzione, distribuzione e degli usi finali dell’idrogeno, in linea con le strategie comunitarie e nazionali.
•    Sviluppo di un trasporto locale più sostenibile, non solo ai fini della decarbonizzazione ma anche come leva di miglioramento complessivo della qualità della vita.
•    Sviluppo di una leadership internazionale industriale e di ricerca e sviluppo nelle principali filiere della transizione.
In particolare, la prima linea di investimento ha come obiettivo l’incremento della quota di energie rinnovabili. Per raggiungere questo obiettivo l’Italia può fare leva sull’abbondanza di risorsa rinnovabile a disposizione e su tecnologie prevalentemente mature, e nell’ambito degli interventi di questa componente:
•    Sbloccando il potenziale di impianti utility-scale, in molti casi già competitivi in termini di costo rispetto alle fonti fossili ma che richiedono in primis riforme dei meccanismi autorizzativi e delle regole di mercato per raggiungere il pieno potenziale, e valorizzando lo sviluppo di opportunità agro-voltaiche.
•    Accelerando lo sviluppo di comunità energetiche e sistemi distribuiti di piccola taglia, particolarmente rilevanti in un Paese che sconta molte limitazioni nella disponibilità e utilizzo di grandi terreni ai fini energetici.
•    Incoraggiando lo sviluppo di soluzioni innovative, incluse soluzioni integrate e offshore.
•    Rafforzando lo sviluppo del biometano.
Inoltre, è previsto lo sviluppo in Italia di filiere competitive nelle aree a maggior crescita che consentano di ridurre la dipendenza da importazioni di tecnologie ed anzi di farne motore di occupazione e crescita. In particolare:
•    Tecnologie per la generazione rinnovabile (per esempio, moduli PV innovativi, aerogeneratori di nuova generazione e taglia medio-grande) e per l’accumulo elettrochimico
•    Tecnologie per la produzione di elettrolizzatori.
•    Mezzi per la mobilità sostenibile.
•    Batterie per il settore dei trasporti.

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Missione 4 - Componente 2: dalla ricerca all’impresa

La componente punta a sostenere gli investimenti in ricerca e sviluppo, promuovere l’innovazione e la diffusione delle tecnologie, rafforzare le competenze, favorendo la transizione verso una economia basata sulla conoscenza. Sono tre le linee d’intervento previste, che coprono l’intera filiera del processo di ricerca e innovazione, dalla ricerca di base al trasferimento tecnologico, con misure che si differenziano sia per il grado di eterogeneità dei network tra Università, centri/enti di ricerca e imprese sia per il grado di maturità tecnologica o TRL (Technology Readiness Level). Per tutte le misure sono previste procedure di selezione su base competitiva.
I criteri per la selezione dei progetti saranno ispirati a:
•    Garanzia della massa critica in capo ai proponenti, con attenzione alla valorizzazione dell’esistente.
•    Garanzia dell’impatto di lungo termine (presenza di cofinanziamento anche con capitale privato).
•    Ricadute nazionali sul sistema economico e produttivo.
•    Cantierabilità del progetto in relazione alle scadenze del Piano.