Marzo n°1 2019

Università della Terza Età di Lecco

Università della Terza Età di Lecco

La circular economy non è un concetto astratto, riguarda il nostro oggi e il nostro domani. Occorre informare tutti in merito al fatto che le risorse sono finite.

L’espressione “economia circolare” è entrata con forza nel lessico della politica, dell’industria, delle università, di chi si occupa di temi ambientali ed economici. Ma “economia circolare” rimane un termine ancora troppo astratto per i più. Per oltre vent’anni Cobat, allora Consorzio Obbligatorio per il recupero delle Batterie esauste al piombo che aveva nel proprio statuto, per legge, l’obbligo di promuovere e sensibilizzare l’opinione pubblica sui rischi connessi alla dispersione nell’ambiente del piombo, fece una incessante e capillare azione di informazione che diede, nel segmento, ottimi risultati. Ora a chi spetta la comunicazione diffusa sull’economia circolare? Economia circolare non è un concetto astratto, riguarda il nostro oggi e il nostro futuro. Se le persone, giovani e non, prendono piena coscienza dei limiti delle risorse che il pianeta può offrire, se riescono a condividere nel profondo l’obiettivo di non consumare oggi risorse che dovrebbero essere lasciate a disposizione delle generazioni future, se informati hanno la capacità di partecipare e scegliere, di premiare aziende lungimiranti, quindi di condizionare il mercato, ebbene, qualche buona chance il pianeta può ancora esprimerla.

Già la normativa comunitaria sancisce la responsabilità estesa del produttore in ordine alla raccolta dei prodotti a fine vita. Perché un prodotto che ha esaurito il suo ciclo di servizio è oggi considerato una “miniera”, può difatti fornire, senza ulteriore depauperamento del pianeta, materie prime seconde nuovamente utilizzabili dall’industria e per le parti residuali non riciclabili può essere trasformato in energia. E ancor prima del riciclo vi è la strada del riuso, un mercato poco regolamentato che già muove ingenti quantitativi di merci e abbatte gli sprechi ai quali decenni di consumismo spinto ci avevano abituato.

Tornando alla domanda: a chi spetta la comunicazione diffusa sull’economia circolare? Nel mercato libero il nodo è irrisolto ma si intensificano le iniziative sui media e nei territori per parlare del tema non solo a imprenditori. 

Morandi, storico presidente di Cobat e tra i “padri fondatori” dell’economia circolare in Italia, già premiato con la Targa d’oro della Terra conferita dall’Associazione Green Cross presieduta da Michail Gorbaciov per il suo impegno in campo ambientale, negli ultimi anni ha voluto dare avvio ad una serie di conferenze sul tema. Dopo tre anni di incontri dedicati ai giornalisti a Roma e Milano, Morandi, oltre a tavole rotonde e convegni istituzionali, ha dedicato all’economia circolare una conferenza ai quattrocento studenti dell’Università della Terza Età di Lecco. Non si contano le interviste radiofoniche e televisive in Rai. Recentemente ha poi partecipato sul Canale 50 - emittente regionale toscana - a due trasmissioni promosse dal Consorzio Le Bocchette Network di Viareggio. Le Bocchette, che raggruppa più di 300 aziende del territorio, ha organizzato a Viareggio anche un incontro pubblico per illustrare l’economia circolare “che riguarda ognuno di noi”. 

Nella gente c’è la voglia di capire, c’è attenzione, c’è il desiderio di contribuire al cambiamento.

Per Morandi, sul tema economia circolare e volontariato, due conferenze pubbliche anche nell’ambito di “Sinestesia tra le arti” al Grand Hotel Salsomaggiore Terme. Quest’ultima iniziativa particolarmente interessante per il format ideato dalla pittrice Cristina Lucchetti e dall’imprenditore nel settore moda Ugo Massari. “Sinestesia tra le arti è un contenitore polisensoriale di moda, arte, gusto, musica ideato per promuovere e attuare una rinascita territoriale scandita dal paradigma dello sviluppo sostenibile, in un’ottica di economia circolare applicata”, spiegano gli autori. Il format potrà essere replicabile in altri contesti assimilabili a quello del territorio parmense: alle performance di pittura e moda - con sfilate di abiti firmati da Massari rigorosamente confezionati con materiali di riciclo - si sono alternate conferenze di prestigio che hanno spaziato per tematiche diverse eppur correlate: scienza, economia psicologia, associazionismo, volontariato, ospitalità turistica, valorizzazione paesaggistica; il tutto con accompagnamenti musicali e degustazioni di prodotti tipici locali davvero di “nicchia”.

Economia circolare: dalle start up ipertecnologiche alla condivisione di una visione di società capace di declinare l’innovazione nella riscoperta delle tradizioni, delle arti, della solidarietà. Inclusiva e generatrice di nuova vita, come simbolicamente la circolarità sottende.