In tutte le nazioni del mondo occidentale ed orientale, del nord e del sud, gli esperti di analisi sociali si stanno domandando quale sarà il nostro prossimo futuro.
Prima la pandemia, oggi la guerra in Europa hanno frantumato certezze che ormai da anni condizionavano il pensiero di ogni statista, come del semplice uomo della strada.
Si affacciano alla finestra del futuro immediato problematiche complesse con lo sfondo di tracolli economici di intere nazioni e con il sovvertimento delle prospettive di vita fino ad ieri date per certe.
Ed ogni cittadino si sente oggi non solo impotente nel determinare il proprio futuro, ma percepisce di essere diventato semplicemente un oggetto nelle mani di forze sconosciute.
Siccome continua anche ad incombere sull’umanità il pericolo di avere un pianeta non abitabile, emerge prepotente il bisogno di individuare un cammino verso destini accettabili.
Poiché le singole organizzazioni non sono in grado di affrontare l’insieme dei problemi che l’umanità oggi ha davanti, è necessario che ognuno si impegni fortemente in quelle attività che sono portatrici del maggior benessere possibile per tutti.
E qui si fa avanti prepotentemente l’economia circolare: che non è semplicemente un modo di ridurre i rifiuti, ma è un paradigma delle tante cose da realizzare per un futuro migliore.
Un futuro migliore non solo dal punto di vista della bellezza per la riduzione di rifiuti che postula, ma anche per la ricchezza di materie prime di cui le società hanno bisogno e che hanno scoperto debbono produrre al proprio interno. Un futuro migliore per la nascita di nuove industrie capaci di ritrasformare in materie prime ogni tipo di prodotto con la conseguente creazione di nuovi posti di lavoro, a compensazione di quelli che una produzione più attenta all’ambiente farà perdere (ad esempio con l’avvento della mobilità sostenibile con i veicoli elettrici).
Dunque l’economia circolare come una sequenza di processi che certo non risolveranno ogni problema dell’umanità, ma che certamente saranno in grado di avviare un ciclo virtuoso a beneficio di ogni tipo di società in grado di migliorare la distribuzione della ricchezza nei diversi strati sociali, contribuendo nel contempo al recupero di un ambiente che deve ospitare noi uomini ancora per tanti anni a venire.