Il Lanificio Faliero Sarti è un’azienda storica specializzata, fin dalla sua origine, nella produzione di tessuti per l’alta moda e il prêt-à-porter. La sede è a Campi Bisenzio, comune in provincia di Firenze. Produce tessuti con l’impiego di fibre di origine naturale particolarmente pregiate come lana, cashmere, angora, seta e lino. Il prodotto è destinato prevalentemente all’esportazione in Giappone, Stati Uniti, Francia, Corea del Sud e Germania.
Un’attività affermata sia a livello nazionale che internazionale, e apprezzata da stilisti di fama, come dimostrano le importanti attestazioni di stima riportate sul sito web lanificio.falierosarti.com nel quale viene ripercorsa la storia dell’azienda. “Sfogliando” invece il portale
www.falierosarti.com si possono vedere i prodotti più richiesti, dalle sciarpe alle borse, dall’abbigliamento donna agli accessori. Oltre alla qualità, il Lanificio Faliero Sarti, oggi guidato dal presidente Maurizio Sarti, riserva grande attenzione anche alla sostenibilità, come testimoniano l’adesione al Consorzio Cobat Tessile leader nell’economia circolare, e altre iniziative mirate alla salvaguardia dell’ambiente.
Ripercorrere la storia della Faliero Sarti significa assistere al dipanarsi di un itinerario professionale che segue in parallelo la storia italiana, quella di un Paese in grado di ottenere risultati concreti e di guardare al futuro con speranza grazie alla qualità e alla creatività del proprio artigianato, il celebre Made in Italy. Come illustrato sempre sul sito internet aziendale, il lanificio sorge come ditta individuale nel 1949 per iniziativa di Faliero Sarti. Fin dall’inizio le idee vincenti sono il mercato nascente della moda, la fabbricazione di articoli selezionati come materie prime ed estremamente curati nella lavorazione, l’introduzione per primo a Prato della lavorazione dei tessuti a maglia Jersey, risposte tempestive ad una clientela sempre più selezionata ed esigente in termini di qualità. Nell’arco di vent’anni, tra il 1956 ed il 1976, l’azienda si dota di proprie strutture interne ed esterne, sempre sotto il proprio controllo, specializzate nella lavorazione di filati cardati e pettinati, nella tessitura a maglia.
In quel tempo il lanificio si attrezza con una propria sala tessitura, costituita da 36 telai a pinza positiva Dornier, fondamentali, soprattutto all’epoca, per la realizzazione di articoli sempre nuovi e molto diversi fra loro, e di una molteplicità di macchine per il finissaggio in grado di soddisfare ogni esigenza di produzione. Con il sostegno del suo staff dirigente e tecnico e di tutto il personale preposto alla produzione, Faliero Sarti diventa il punto di riferimento per i principali stilisti e confezionisti di fama nazionale e mondiale in termini di nuovo design tessile e di fornitore di rilievo. Fra i nomi di maggiore prestigio a cui tutt’oggi è destinata la maggior parte della produzione si ricordano Armani e Donna Karan.
L’azienda è giunta oggi alla sua terza generazione con i nipoti: il presidente Maurizio Sarti e la sorella Monica, affermata designer forte di esperienze all’interno del lanificio e negli uffici-stile di importanti brand di moda internazionali. Monica tramite i suoi accessori conquista l’interesse del consumatore finale grazie ad oltre 1.200 punti vendita worldwide, di cui 6 boutique monomarca.
“Il segreto per affermarsi in questo mercato e per conquistare l’interesse di stilisti importanti è lo sviluppo continuo di prodotti nuovi dal punto di vista stilistico - spiega Maurizio Sarti - Lavoriamo infatti più sulla creatività e lo stile, unendo innovazione e qualità, due valori tipici dell’artigianato italiano, senza mai dimenticare le nostre radici. A seguito del Covid il lavoro è un po’ cambiato, il nostro mercato si è spostato soprattutto sull’Europa con molti clienti in Francia, Germania e Inghilterra. Anche l’America è ripartita bene, senza dimenticare la Corea, la Cina e il Giappone. Sono una cinquantina le persone che lavorano per la nostra azienda”.
Da parte del Lanificio Faliero Sarti c’è anche una sensibilità ecologica, soprattutto per quanto riguarda gli aspetti operativi. “Essendo i nostri capi di alta qualità e legati al settore dell’alta moda non possiamo puntare più di tanto su materiali riciclati - precisa il presidente - questo non toglie che anche in questo settore si possa fare la propria parte, come cerchiamo di fare noi, per la difesa dell’ambiente. Penso al processo produttivo, al rispetto di tutti i protocolli più attenti per efficienza energetica, lotta all’inquinamento, contenimento degli sprechi.
La scelta di aderire a Cobat Tessile va proprio nella direzione di ottimizzare le nostre azioni green”. Al legislatore e alla politica cosa chiedete? “La normativa italiana ed europea per i consorzi e le attività del settore va nella direzione giusta. Occorre però non avere fretta. Il cambiamento all’insegna dell’economia circolare è giusto e necessario, ma ha bisogno del suo tempo per evitare effetti collaterali come sprechi di materiali già prodotti o complicazioni dannose alle aziende. Il tutto - conclude Maurizio Sarti - favorendo la chiarezza delle regole”.