Dicembre n°3 2023

La forza di anticipare il futuro

2009

Il litio presente nelle batterie di telefoni cellulari, tablet e nelle poche auto ibride in circolazione era nel 2009 poco conosciuto. In Italia Cobat fu tra i primi a parlarne proprio su Ottantadue con un articolo che tracciava la mappa di quello che negli anni successivi sarebbe diventato il componente imprescindibile per lo sviluppo della mobilità sostenibile: la batteria di accumulatori agli ioni di litio. Cobat comprese che all’orizzonte si sarebbe spalancato presto un nuovo, sfidante problema di recupero e trattamento. Un problema di non facile gestione per via dell’infiammabilità dell’elemento.

La forza di anticipare il futuro

2014

Cobat sigla un accordo con CNR e finanzia la ricerca dell’ente per mettere a punto un processo di recupero sicuro. Il brevetto nazionale e internazionale fu depositato nel 2019 dopo anni di studio e prove di laboratorio. È stato il primo brevetto in Europa e ha consentito la realizzazione del primo impianto in Italia per il trattamento del fine vita delle batterie al litio.

2008

La Direttiva 2006/66/CE stabilisce che entro il 2009 dovrà essere operativo in tutti gli stati membri un sistema nazionale di raccolta di tutti i tipi di batterie. Nel 2008 In Italia per le batterie al piombo esauste Cobat - allora Consorzio obbligatorio - assicura già quasi il 100% di raccolta e avvio al riciclo: un’eccellenza a livello mondiale. Per quanto riguarda invece pile a bottone, alcaline, al nichel-cadmio e allo zinco-carbone usate in innumerevoli oggetti di uso quotidiano, in Italia non vi è, al di là di poche e sporadiche iniziative attivate da singoli enti locali, nessun sistema di raccolta. Cobat raccoglie la nuova sfida e sigla con la provincia di Lecco il primo accordo pilota per la raccolta di tutti i tipi di batterie. Ma una sigla non basta, occorre sensibilizzare la cittadinanza sui danni ambientali causati dalla dispersione nell’ambiente di queste piccole onnipresenti pile. Tra le altre iniziative, in territori di grande tradizione montana Cobat coinvolge la rete dei rifugi della Valsassina e della Val Masino collocando contenitori per il deposito delle pile e garantendo i periodici ritiri in ambienti severi, fragili e di indiscusso fascino.

2011

Storico accordo con il Comitato Industrie Fotovoltaiche Italiane: nasce la prima filiera italiana per la raccolta e il riciclo dei materiali utilizzati negli impianti fotovoltaici. Forte di una rete logistica diffusa su tutto il territorio italiano, il sistema Cobat di gestione dei pannelli esausti sarà reso possibile anche grazie a una mappatura georeferenziata di tutti gli impianti installati a livello nazionale dalle imprese aderenti con la conseguente tracciabilità dei moduli a fine vita e il loro riciclo per una totale manleva della responsabilità di tutta la filiera. Nel 2011 questo è un accordo che anticipa il futuro, considerata la crescente diffusione dei pannelli fotovoltaici l’Europa. Gli Stati membri emaneranno direttive al riguardo solo anni dopo riprendendo i criteri del sistema di garanzia messo a punto da Cobat.