Ottobre n°2 2023

Lo studio di soluzioni sempre più innovative nei processi di reimpiego delle componenti riutilizzabili provenienti dai veicoli fuori uso è da sempre il “marchio di fabbrica” di Veneta Ecorecuperi Srl. Andiamo alla scoperta di questa azienda nata 13 anni fa in provincia di Venezia come centro di raccolta di auto dismesse. Il tutto all’insegna della sostenibilità sia economica che ambientale. Fin dal 2015 Veneta Ecorecuperi collabora con l’Università in tema di analisi della Carbon Footprint cercando di compensare gli impatti negativi dell’attività sull’ambiente. Il 3 luglio si è trasformata in Società Benefit, la prima nel settore dell’autodemolizione a compiere questo passo.

Qual è la storia della vostra Azienda?

“Veneta Ecorecuperi SRL nasce nel 2010 e inizia la sua attività di centro di raccolta di veicoli a fine vita. Nello stabilimento, che occupa una superficie complessiva di circa 23.000 metri quadri nella Z.I. di Cona (VE), si svolgono le attività di raccolta, trattamento e riciclo di veicoli a fine vita. Lo studio di soluzioni sempre più innovative nei processi di reimpiego dei componenti riutilizzabili provenienti dai veicoli a fine vita è sempre stato il nostro “marchio di fabbrica”. Il nostro payoff “Innovation in Automotive Parts Reusing” è un chiaro riferimento al nostro modello di business che identifica l’azienda come innovatrice nel campo delle tecnologie informatiche e dei processi per il reusing dei ricambi. Il concetto di “processi” viene inteso nella più ampia accezione e comprende sia la fase di catalogazione che le fasi di commercializzazione.

Lo sviluppo di tecnologie ICT proprietarie per la gestione dei processi di produzione, logistici e di vendita ha sempre avuto come obiettivo la focalizzazione sul canale di vendita online. Per questo motivo, tutti gli applicativi a supporto dei processi di produzione (identificazione dei ricambi, smontaggio, catalogazione, test, magazzinaggio), logistica (movimentazione, stoccaggio, spedizione) e commerciali (pubblicazione, vendita, pagamento, customer care) sono sviluppati internamente all’azienda. Siamo infine membri di riferimento per l’Italia di A.R.A. (Automotive Recyclers Association, associazione internazionale con base negli U.S.A.) e ogni anno, in occasione dei meeting tecnici che si tengono negli Stati Uniti, partecipiamo allo scambio di informazioni, idee e soluzioni innovative. La nostra squadra conta 18 persone tra cui due ingegneri gestionali, un ingegnere dell’informazione, un laureato in Economia, una laureata in Marketing e Digital Communication e un avvocato”.

Quali progetti presenti e futuri state portando avanti?

“Diciamo che abbiamo più di qualche cantiere aperto! Da più di cinque anni abbiamo sviluppato un sistema informativo in grado di industrializzare tutto il processo legato al reusing dei ricambi (dalla catalogazione alla vendita) creando una suite di 5 applicativi che ci permette di fare cose straordinarie. L’obiettivo a medio termine è quello di coinvolgere anche altri centri di raccolta creando una rete di aziende in grado di condividere dati e supportare le realtà più piccole nella commercializzazione online dei ricambi auto. Siamo sia demolitori che sviluppatori e questo è sicuramente un vantaggio che ci ha permesso di implementare degli strumenti che risolvono molte delle complessità tipiche del nostro settore. Il contenuto innovativo della piattaforma (unitamente allo studio dei processi di produzione) ci ha consentito di accedere a fondi regionali per l’ulteriore sviluppo oltre che al Patent Box, e di ottenere la privativa industriale. Entro settembre costituiremo una Startup Innovativa che si dedicherà interamente (e specificatamente) a supportare le demolizioni più tradizionali in una graduale ma marcata digitalizzazione, aprendo nuove opportunità per tutti.

Da maggio, siamo entusiasti di essere ufficialmente membri della Community UniSMART, fondazione dell’Università degli Studi di Padova nata per promuovere il Trasferimento Tecnologico e la Formazione Post-lauream. La fondazione gestisce con efficacia e proattività collaborazioni di breve e lungo periodo coinvolgendo docenti, ricercatori, studenti e staff dell’Ateneo e i partner della sua Community di Open Innovation”.

Ci racconti un’attività o una caratteristica peculiare della vostra azienda, che vi rende unici o molto specializzati nel vostro settore.

“Siamo sia demolitori che sviluppatori. Ci possiamo definire come un’azienda che fonda la propria strategia produttiva sull’ingegnerizzazione e la continua innovazione di processi finalizzati al reusing dei prodotti. Il nostro obiettivo primario è quello di proporre i nostri beni esclusivamente online, privilegiando strategie e scelte aziendali a costo zero che riusciamo a portare avanti adottando soluzioni IT “home made”, orientate all’automazione dei processi informativi a supporto di una perfetta integrazione tra le operazioni di produzione, vendita e logistica. Attualmente siamo in grado di spedire ricambi in tutta Europa entro 24 ore e i nostri sistemi sono in grado di dialogare in tempo reale con piattaforme quali Subito.it, eBay, BPARTS, OPISTO e molte altre, oltre che scambiare informazioni con i maggiori fornitori di dati tecnici automobilistici. L’innovativo strumento che stiamo implementando (che attualmente riteniamo di aver sviluppato solamente in parte) ci ha permesso di ottenere risultati sbalorditivi in termini di ordini e revenue”.

Quali ragioni vi hanno portato ad aderire a Cyclus e Percorso Cobat?

“Il progetto è sicuramente ambizioso e non c’era motivo per non aderire a questa sfida. Abbiamo visto un enorme potenziale e siamo sicuri non resteremo delusi”.

Quali sono le maggiori difficoltà che affrontate quotidianamente nello svolgimento del vostro lavoro?

“Le difficoltà di certo non mancano ma siamo sempre dell’idea che l’altra faccia della difficoltà sia, senza dubbio, l’opportunità! Cerchiamo di affrontare ogni sfida con entusiasmo coinvolgendo costantemente tutto il gruppo di lavoro. Quasi sempre, le soluzioni arrivano dalla nostra meravigliosa squadra che, ogni singolo giorno dell’anno, teniamo a coinvolgere e consultare anche nelle scelte strategiche più impegnative. In questi giorni stiamo affrontando le complessità legate ai molteplici sistemi di identificazione dei veicoli e dei ricambi presenti nel mondo ma, anche con l’aiuto dell’intelligenza artificiale, contiamo di risolvere il problema entro fine anno. Rilasceremo infatti il quinto applicativo della nostra suite che sarà focalizzato proprio sulla generazione dei codici alternativi e delle compatibilità utilizzando tutti gli standard disponibili nel mercato mondiale”.

Secondo voi, quali provvedimenti, prassi e norme potrebbero essere di sostegno alla vostra attività per migliorarne la sostenibilità?

“Il primo responsabile della sostenibilità aziendale è sempre l’amministratore, a prescindere dal contesto in cui opera. Durante il periodo del Covid (una potenziale minaccia alla sostenibilità per moltissime aziende di tutti i settori) abbiamo assistito all’implosione di aziende solide e radicate e contemporaneamente all’esplosione di imprese che fino a poco prima nemmeno esistevano. È fondamentale sforzarsi di cogliere le opportunità piuttosto che attendere nella speranza che gli eventi volgano a proprio favore. Non dimentichiamoci che le nostre aziende operano a pieno titolo nella Green Economy collocandosi nei due mega-trend del Recupero di Materiali e della Second Hand Economy. Proprio quest’ultima, il cui monitoraggio del trend è di importanza strategica, ha consolidato la propria rilevanza nel 2022. Sono stati 24 milioni gli italiani che hanno comprato oggetti di seconda mano, generando un valore economico di 25 miliardi di euro, pari all’1,3% del PIL nazionale, secondo un rapporto commissionato da Subito.it all’istituto DOXA. La sostenibilità economica (di governance) è strettamente legata a quella sociale e ambientale (ESG). Fin dal 2015 collaboriamo con l’Università in tema di analisi della Cabon Footprint cercando di compensare gli impatti negativi della nostra attività. Fin dalla nascita, gli sforzi sono sempre stati rivolti ai nostri collaboratori con lo scopo di creare le migliori condizioni possibili. Il 3 luglio sarà una data importantissima per noi perché ci trasformeremo in Società Benefit (saremo la prima demolizione a compiere questo passo) e, nello statuto, andremo a prevedere delle clausole di sostenibilità molto decise che prevederanno anche l’obbligo dell’azienda di condividere i risultati positivi con il proprio staff vista la stima che riponiamo nelle persone che quotidianamente credono con motivazione nel progetto”.

Come vedete il futuro della vostra attività, soprattutto in virtù del cambio tecnologico che sta per arrivare?

“Probabilmente il cambio sarà epocale ma, anche in questo caso, si tratta di un “mega trend” inarrestabile di cui dobbiamo semplicemente prendere atto. Ci si potrebbe sforzare di pensare a tutti i potenziali rischi per i nostri modelli di business ma, per come intendiamo noi l’impresa, ci impegniamo senza sosta a trasformare il rischio in opportunità. Il contesto socio-economico evolve con una rapidità mai vista prima e di sicuro non sarà l’unico “scossone” a cui assisteremo nel medio periodo. Ricordo che, fino a qualche anno fa, la nostra programmazione era biennale, oggi invece ci sforziamo di aggiornare l’analisi S.W.A.T. e il nostro business plan con cadenza trimestrale. Riteniamo infine che la partnership con l’Università di Padova possa rappresentare un’opportunità strategica per non dover affrontare le sfide da soli, avendo accesso a un acceleratore di innovazione di assoluta eccellenza”.