Ottobre n°2 2020

Ormai si sprecano gli aggettivi o le perifrasi che tendono a definire l’economia, tutti sempre più alla ricerca di una compatibilità della vita economica con il conseguimento di uno stile di vita in armonia con l’ambiente in cui vive l’umanità. Nel frattempo però è scomparso dal dibattito mondiale a quale tipo di economia stiamo pensando.

Il mondo occidentale forte delle ricette applicate all’interno delle singole nazioni ha creduto nella possibilità di una economia mondiale ove merci, capitali e uomini fossero liberi di muoversi senza vincolo alcuno. Purtroppo hanno cominciato ad emergere i problemi di quanto applicato su scala mondiale: quando un operaio vede chiudere la sua fabbrica perché viene dislocata altrove ove non esistendo la libertà sindacale il lavoro costa molto meno, questo operaio che giustificazioni può accettare? E quale giustificazione possono accettare gli ambientalisti quando capiscono che il trasferimento lontano dal loro Paese di alcune unità produttive è dovuto semplicemente al fatto che altrove non vi sono gli stessi controlli sull’inquinamento ambientale e per cui si hanno minor costi di produzione?

E trova forse giustificazioni la piccola azienda che vede l’impossibilità di vendere i propri prodotti in Italia perché dall’estero arrivano analoghi beni a costi nettamente inferiori proprio perché altrove i costi di produzione sono infinitamente più bassi mancando una vita sociale libera? Sappiamo che la libertà nel mondo economico produce più ricchezza accanto a più responsabilità dovuta al controllo sociale di uomini liberi che non hanno paura di chiedere all’economia di essere rispettosa dell’ambiente e della dignità delle persone. Dunque perché questa libertà non deve funzionare a livello mondiale?

La risposta ci è stata data tanti anni fa da Luigi Einaudi quando difendendo il mercato libero raccomandava di istituire regole perché il mercato fosse effettivamente libero e non cadesse nelle mani del prepotente di turno.

Ecco: abbiamo bisogno di regole a livello mondiale affinché la forza della libertà possa dispiegare tutta la sua efficacia nel mondo dell’economia, certamente per una green economy circolare