È stato ancora una volta il Grand Hotel di Rimini ad ospitare il Convegno nazionale della Confederazione Autodemolitori Riuniti, organizzato nelle giornate di Ecomondo. CAR raggruppa gli operatori del settore legato al recupero e al trattamento dei veicoli fuori uso, rappresentandone a livello locale, nazionale ed europeo, gli interessi presso le istituzioni e gli altri partners della filiera. Fondata nel 2007 e cresciuta negli anni, la Confederazione guidata dal presidente Alfonso Gifuni porta dunque avanti una serie di attività a favore degli autodemolitori, cercando di metterne in risalto anche il ruolo ambientale e sociale, in quanto figura che effettua la “differenziata del veicolo” giunto a fine vita.
Nel recente convegno annuale - con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente, dell’Ispra e di Cobat - CAR ha voluto porre l’attenzione sulla costante ricerca di un’ottimizzazione del lavoro e della sinergia tra gli attori della filiera ELV (end of life vehicle) e l’intero apparato della Pubblica Amministrazione.
“Tracciabilità dei veicoli fuori uso in sincronia con le istituzioni” è stato infatti il titolo del convegno al quale, davanti a una platea gremita, hanno partecipato ospiti del mondo istituzionale e degli organi di controllo. Oltre ai massimi dirigenti della CAR sono intervenuti: il presidente di Cobat Giancarlo Morandi; Annalisa Genero per Fca; Antonio Cernicchiaro, vicedirettore generale dell’Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri (Unrae), il generale dei Carabinieri Giuseppe Giove e alti rappresentanti delle forze dell’ordine e dell’Albo nazionale Gestori Ambientali.
Molto dettagliato l’intervento di Gifuni. Il presidente degli autodemolitori ha auspicato leggi più semplici e chiare in materia di fine vita dei veicoli, espresso una critica alla lentezza delle risoluzioni (soprattutto da parte delle Case Automobilistiche) e parlato «dell’assurda questione della crisi del rottame, rispetto alla quale l’atteggiamento del Governo è stato insufficiente nel consentire l’importazione di acciaio da Paesi che non hanno la nostra stessa legislazione in tema ambientale e di stato sociale». Infine un appello all’unità della categoria e una riflessione sul ruolo della Confederazione.
«Voglio porre l’attenzione su alcuni aspetti delicati che interessano il nostro settore - ha commentato Alfonso Gifuni - In Italia scontiamo il fatto che si cambiano facilmente i Governi mentre sono in itinere negoziati su temi e regolamenti che ci riguardano, e troppe volte occorre ricominciare dall’inizio. Il nostro Paese è poi caratterizzato da un eccesso di zelo da parte degli organi istituzionali, un eccesso di zelo che in troppi casi rallenta l’economia. C’è poi il tema, fondamentale, della necessità di avere regole certe, e chiare nella loro applicazione. Riteniamo necessaria un’armonizzazione dei controlli alle dogane e chiediamo precise indicazioni in merito da parte degli organi di controllo. Da questo punto di vista un tema che interessa gli autodemolitori è quello dei ricambi che vanno all’estero: dal nostro Paese non riusciamo quasi più ad esportare perché la domanda della ricambistica usata si è spostata su altri mercati sempre della Comunità Europea dove la stessa normativa UE in vigore anche in Italia, in concreto viene applicata con minore severità, altri Stati non hanno insomma la stessa attenzione nel bloccare i container di ricambi che vanno all’estero. La mia è una considerazione molto seria, della quale ritengo però giusto parlare».
Gifuni ha quindi aggiunto: «Più in generale una pletora di norme poco chiare complicano la vita a tutti e non aiutano a condannare i responsabili di comportamenti sbagliati. Inoltre dobbiamo fare i conti con le ennesime certificazioni per le nostre imprese, procedure complesse, ulteriori esami. Tutto ciò complica il lavoro e la realtà quotidiana degli autodemolitori, quella che a noi interessa. Dobbiamo poi capirci su cosa sia un’associazione di categoria: un sindacato di imprese non produce servizi e non li deve produrre, altrimenti diventa un’altra cosa, un soggetto di natura privatistica, non una rappresentanza sindacale».
Il presidente della Confederazione degli Autodemolitori Riuniti ha quindi ricordato l’importante collaborazione con Cobat in merito alla tracciabilità delle componenti dei veicoli, in un’ottica di rispetto delle regole, trasparenza e sviluppo dell’economia circolare.
«Oggi con noi abbiamo ospiti Giancarlo Morandi e Michele Zilla, rispettivamente presidente e direttore generale di Cobat - ha precisato Gifuni - con il Consorzio stiamo elaborando un sistema che va incontro alla tracciabilità a costo zero per le imprese, con un impegno straordinario da parte dello stesso Cobat. Di recente abbiamo dovuto però fare alcune riflessioni più approfondite per certificare e “blindare” il sistema, anche allo scopo di non renderlo attaccabile da realtà esterne rispetto a quelle che rappresentiamo. Quindi è stato opportuno fare questo passaggio, siamo ancora nella fase esecutiva».