Fintyre è un punto di riferimento nella distribuzione di pneumatici in Italia per i clienti e per i fornitori. Grazie alla qualità dei suoi servizi, che accompagnano il cliente nella quotidianità, e grazie alla preparazione e disponibilità dei suoi professionisti, l’azienda con sede a Seriate - in provincia di Bergamo - è la vera protagonista della distribuzione di pneumatici nel nostro Paese.
Abbiamo posto 10 domande al dottor Mattia Franchi, nuovo Ceo di Fintyre, per conoscere meglio questa realtà e quali sfide deve affrontare chi opera nel settore.
Fintyre è leader nel mercato degli pneumatici da ricambio in Italia. Quali sono i punti forza che hanno permesso al Gruppo di arrivare a questi livelli?
È la storia della nostra azienda che fin da subito ha reso il Gruppo Fintyre leader di volumi in questo mercato. La vera domanda è come fa Fintyre ad essere ancora leader dopo il momento di difficoltà che ha vissuto? La risposta è semplice: grazie ai nostri uomini e donne, al rapporto che ci lega ai nostri clienti ed alla fiducia dei nostri supplier che ci hanno sostenuto nel momento del bisogno.
Quali sono i principali servizi garantiti al cliente che sceglie Fintyre?
Tramite Fintyre il cliente può avere l’offerta più completa sul mercato in tutti i vari segmenti: vettura, trasporto leggero, suv/4x4, autocarro, moto, agricoltura e industriale, oltre a cerchi e valvole TPMS. A ciò si unisce un servizio affidabile, tempestivo e sempre pronto a rispondere alle molteplici esigenze che il business ed i nostri clienti richiedono.
Fintyre nasce nel 2008 dall’unione delle principali aziende italiane del mercato della distribuzione degli pneumatici. Com’è nata e come si è sviluppata l’idea di creare il primo polo della distribuzione degli pneumatici in Italia?
Il panorama italiano della distribuzione degli pneumatici, prima della nascita di Fintyre, era caratterizzato dalla presenza di innumerevoli piccole e medie aziende che gestivano il mercato in modo frammentato e disomogeneo, e da alcuni distributori di dimensioni maggiori che avrebbero potuto catalizzare una buona fetta di mercato se fossero riusciti a fare massa critica, puntando ad un servizio reattivo e capillare. In quel momento storico, vi era quindi l’opportunità di creare una realtà che potesse essere efficiente, creando sinergie di scala per ottimizzare i costi, ed al tempo stesso competitiva per garantire l’agilità che i clienti richiedevano.
Quali sono i numeri più significativi dell’attività di Fintyre?
Il dato che indica meglio la nostra capillarità ed il forte legame col territorio è il numero degli ordini di vendita che ogni anno riceviamo e spediamo: un valore che ha superato il Milione anche nel 2021, un anno comunque complicato per molti motivi.
In media significa che ogni singolo giorno lavorativo, includendo i sabati, lavoriamo quasi 4.000 ordini, che vengono ricevuti e processati nelle nostre 14 piattaforme regionali, per un fatturato annuo che sfiora i 400 milioni di Euro.
Di recente c’è stata una ridefinizione della Governance del Gruppo, cosa ci può dire in merito?
Il percorso di rafforzamento della struttura patrimoniale di Fintyre è iniziato nel giugno 2020 con la richiesta di un concordato preventivo presentata al Tribunale di Brescia.
Gli ultimi due anni ci hanno visti impegnati in intense negoziazioni con un elevato numero di stakeholder, al fine di massimizzazione i rimborsi dei creditori e garantire la continuità del business e le forniture ai clienti, un obiettivo che è stato possibile raggiungere grazie alla positiva risposta di molti dei primari produttori.
Con il decreto di omologa del concordato preventivo nel febbraio di quest’anno, Springwater Capital, investitore specializzato in situazioni di rilancio, è entrato nel capitale sociale di Fintyre con una quota di larga maggioranza.
Il nuovo assetto proprietario è stato accompagnato da interventi in alcune aree di business e dalla nomina del sottoscritto in qualità di Chief Executive Officer.
La ristrutturazione del debito e l’apporto delle nuove risorse finanziarie da parte di Springwater ci permettono di avere un forte bilancio e stabilità finanziaria per continuare a servire il mercato e rafforzare la nostra posizione di leadership nel mercato italiano della distribuzione di pneumatici.
Mercato, accordi, progetti: quali sono i prossimi obiettivi di Fintyre?
Gli obiettivi di Fintyre sono di riprendere il cammino dell’anno 2019 incrementando la copertura territoriale, il numero di clienti attivi e un forte legame con i clienti più significativi del mercato. A questo si uniranno investimenti in asset e tecnologia, fondamentali per la crescita che intendiamo compiere.
Quali sono le principali difficoltà che incontrano gli operatori del settore pneumatici oggi in Italia e cosa chiedete alla politica e alle istituzioni per superarle?
Le principali difficoltà che incontrano oggi i nostri clienti sono determinate dall’eccessivo accumulo di PFU in attesa di prelievo. Questa criticità è dovuta al disallineamento fra il totale dei contributi incassati dai vari sistemi di raccolta e le effettive quantità di PFU presenti sul territorio, in seguito ad attività di immissione irregolare degli pneumatici sul mercato nazionale. Chiediamo alle istituzioni maggiori controlli su tutta la filiera, una armonizzazione dei controlli sulle importazioni ed eventuali misure correttive.
Le aziende italiane specializzate nel settore pneumatici sono competitive a livello europeo?
Dal punto di vista della dimensione, i distributori italiani hanno una taglia simile a quella dei loro rivali europei.
Per quanto riguarda i costi, l’Italia ha un vantaggio in termini di costo della mano d’opera rispetto al Centro e Nord Europa, per contro ha dei costi aggiuntivi perché il mercato di riferimento richiede un livello di servizio più estremo (same day delivery) rispetto, per esempio, a Germania o Benelux.
Lato condizioni di acquisto, i produttori tendono a livellare molto le condizioni di vendita, che quindi sono sempre più omogenee.
Se in generale, dunque, le condizioni competitive sono simili, a fare la differenza è il grado di professionalità e managerialità delle aziende di distribuzione. Qui i nostri rivali europei sono più performanti rispetto a molti degli operatori italiani. Fintyre rappresenta una eccezione poiché, essendo gestita da private equity sin dal lontano 2008, ha da tempo professionalizzato la sua attività e le sue modalità di gestione.
Qual è l’importanza che un’impresa come la vostra riserva alla sostenibilità e più in generale alla difesa dell’ambiente, sia in termini economici che di “mission” aziendale?
La nostra Società si è dotata di una Politica integrata per la qualità e l’ambiente, conosciuta e sostenuta da parte di tutto il personale e finalizzata a diffondere una cultura della Qualità e dell’attenzione all’Ambiente, inteso come consapevolezza dei “danni” o dei “benefici” in termini ambientali che, possono derivare dai processi e dalle modalità operative attuate, nonché diffondere nelle aziende che operano per conto o presso Fintyre, una sensibilità all’ambiente che li circonda e nel quale si trovano ad operare, a garantire il controllo e la diminuzione dell’impatto ambientale dell’azienda e a definire ed aggiornare adeguate procedure di emergenza per la riduzione degli effetti ambientali dovuti a situazioni accidentali.
Com’è nata la collaborazione con Cobat e quali sono i prossimi obiettivi ai quali volete lavorare insieme?
La collaborazione nacque alla fine del 2018, all’epoca Cobat aveva da poco costituito il consorzio TYRE COBAT per la raccolta degli pneumatici fuori uso (PFU) e Fintyre sentiva la necessità di rendersi indipendente dal precedente sistema di raccolta al quale aderiva. Si ritenne quindi di costruire, insieme, un percorso condiviso per rendere più innovativa e dinamica l’economia circolare degli pneumatici fuori uso, perseguendo uno sviluppo sostenibile che potesse apportare benefici non solo all’ambiente, ma anche all’intero sistema economico nazionale, riducendo gli sprechi e generando nuove materie prime, guidato dai valori della trasparenza, dell’efficienza e della sostenibilità. Al momento, anche alla luce delle situazioni contingenti ed imprevedibili che stiamo vivendo, l’obiettivo principale e quello di migliorare il sistema di raccolta, accorciando i tempi che intercorrono fra le richieste dei clienti e l’effettivo prelievo da parte delle aziende preposte alla raccolta.