Giugno n°2 2021

Cop26

Foto: Adobe Stock www.ukcop26.org

Questo è il decennio decisivo per agire e invertire la rotta sui cambiamenti climatici allo scopo di evitare il peggio. Ora o mai più». 
È stato un messaggio forte e chiaro quello lanciato da Joe Biden durante il vertice sul clima voluto dallo stesso presidente degli Stati Uniti in occasione della Giornata della Terra dello scorso aprile. «Combattendo il climate change possiamo inoltre creare milioni di posti di lavoro. Siamo risoluti ad agire, non si può negare la scienza», ha aggiunto l’inquilino della Casa Bianca confermando così la scelta della sua Amministrazione di voler rilanciare con forza il tema della sostenibilità come dimostrato dalla recente scelta di Washington di rientrare nell’Accordo di Parigi sul clima annunciando allo stesso tempo l’ambizioso obiettivo di ridurre le emissioni di gas serra del 50-52% entro il 2030. 
All’appello di Biden una sorta di grido d’allarme in linea con il monito di Papa Francesco secondo il quale il contrasto ai cambiamenti climatici è ormai diventato un imperativo sia economico che morale hanno risposto diversi Capi di Stato. Molto significative le aperture del presidente della Cina Xi Jinping che, prendendo la parola al convegno, si è impegnato su un obiettivo non scontato per il “Gigante Asiatico”, quello di raggiungere le emissioni zero entro il 2060. Il Governo di Pechino ha inoltre riconosciuto quanto sia importante il tema climatico e la necessità che sempre più Paesi lavorino insieme e in ottica multilaterale per affrontarlo e risolverlo, seppur rispettando le diverse esigenze che ogni Stato può avere. Anche da parte del presidente russo Vladimir Putin sono arrivate rassicurazioni significative sulla necessità di mettere in agenda internazionale il climate change: «Il mondo si unisca nella ricerca scientifica». 
L’Europa, e gli Stati del “Vecchio Continente” sembrano essere ancora i più convinti sostenitori della battaglia contro l’inquinamento.
«Noi siamo pronti a fare la nostra parte» è stata la risposta della presidente della Commissione Europea, Ursula Von Der Leyen, all’appello del collega Joe Biden. Il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel ha ricordato la leadership della UE nella lotta ai cambiamenti climatici, e il suo obiettivo vincolante di ridurre le emissioni del 55% entro il prossimo decennio. Sempre Michel ha inoltre messo in rilievo la necessità di un approccio globale nella fissazione del prezzo del carbonio, fondamentale per promuovere gli investimenti verdi: «Se vogliamo essere in pace con la natura, dobbiamo escludere il carbonio dal nostro modello di business». 
L’Unione Europea ha inoltre confermato l’intenzione di dare attuazione nei Paesi UE a un impatto climatico pari a zero entro il 2050. Nelle conclusioni i leader UE hanno chiesto al Consiglio di portare avanti i lavori sul Green Deal Europeo varato dalla Commissione.
Tutti impegni rispetto ai quali ha concordato anche il presidente del Consiglio italiano Mario Draghi, precisando però: «Quanto fatto finora non basta, bisogna invertite subito la rotta per non avere rimpianti dopo. Insieme agli Usa di Biden possiamo vincere la sfida. L’Italia è un Paese bello, ma fragile. La lotta al cambiamento climatico è una lotta per la nostra storia e per i nostri paesaggi». 
Ora bisognerà vedere se e come tutte queste promesse verranno tramutate in azioni concrete per la sostenibilità e la sopravvivenza del pianeta. Intanto proprio l’Italia sta lavorando come partner della Gran Bretagna nell’organizzazione della prossima Cop26 di Glasgow, la conferenza Onu sui cambiamenti climatici in programma dall’1 al 12 novembre prossimi in Scozia. Il nostro Paese quest’anno presiede anche il G20, assumendo un ruolo di primissimo piano sul terreno climatico-ambientale internazionale, e lavorando a importanti sinergie per puntare a conseguire risultati ambiziosi. Una discussione sul futuro del Pianeta non può svolgersi senza la partecipazione e il contributo dei giovani, per questo motivo è nato “Youth4Climate”, l’evento collegato alla Pre Cop26 di Milano. Giovani attivisti, selezionati tra le principali organizzazioni e movimenti di tutto il mondo, presenteranno qui le loro proposte, maturate in una serie di incontri assieme a figure di alto profilo istituzionale, allo scopo di fornire un contributo ai negoziati.
«Come Europa siamo stati i primi a badare seriamente al problema, ma l’Europa da sola produce circa il 10% dei gas climalteranti - ha affermato il ministro per la Transizione ecologica Roberto Cingolani - Ciò significa che, pur impegnandoci e facendo grandissimi sacrifici per diventare emissioni zero entro il 2050, il nostro sforzo potrebbe essere annullato da qualche grande Paese che non facesse altrettanto. Serve consapevolezza internazionale, e capire che occorre uno sforzo di squadra: la pandemia ha contribuito a farci avere la coscienza diffusa che quando c’è un grande problema, questo non è solo di un Paese».
Qualche settimana dopo il convegno sul clima promosso da Biden, il ministro italiano della Transizione Ecologica ha incontrato a Roma il presidente designato della Cop26 Alok Sharma, approfondendo una serie di argomenti legati sempre alla sostenibilità e all’importante summit che si terrà a Glasgow. «Come copresidenti della Cop26, concordiamo sulla necessità di ripartire e di lavorare al meglio per la ricostruzione post Covid 19 - hanno dichiarato Alok Sharma e Roberto Cingolani - Il Regno Unito e l’Italia sono impegnati nel mettere il clima e la natura al centro dell’Agenda multilaterale nel 2021, includendo le presidenze G7, G20 e Cop26. Attraverso le nostre presidenze, lavoreremo intensamente per raggiungere progressi sulle questioni più vitali del nostro tempo e incoraggeremo i Paesi a intraprendere azioni concrete verso obiettivi climatici condivisi. Siamo lieti che tutti i paesi del G7 si siano ora impegnati a raggiungere entro il 2050 la neutralità climatica, fornendo un fondamentale passo avanti verso la riduzione delle emissioni globali. È il momento di esortare tutti i Paesi a fare la loro parte e a compiere i passi necessari per mantenere entro 1,5 gradi l’aumento della temperatura globale».
L’impegno per contrastare emissioni inquinanti e peggioramenti climatici deve dunque essere globale e avere allo stesso tempo un occhio di riguardo per le popolazioni più povere del pianeta. «Insieme riconosciamo l’importanza di lavorare con i Paesi più vulnerabili del mondo, per supportarli nella prevenzione, adattamento e risposta agli impatti climatici e per aumentare i finanziamenti e gli investimenti privati sia per la mitigazione dei disagi sia per il miglioramento delle condizioni socio economiche - hanno aggiunto Alok Sharma e Roberto Cingolani - Riaffermiamo il nostro impegno forte e risoluto per rafforzare l’implementazione dell’accordo di Parigi e liberare il suo pieno potenziale. Non vediamo l’ora di lavorare con tutti i Paesi, le imprese e la società civile sia alla pre Cop che alla Cop26, per aiutare a creare slancio verso un risultato di successo di questa iniziativa. Sottolineiamo infine l’importanza di aumentare la consapevolezza sull’azione per il clima, soprattutto tra i giovani. Siamo fermamente impegnati a lavorare insieme per far avanzare l’Agenda sul clima e siamo lieti di riaffermare la forza della nostra partnership».

Cop26

SOMMARIETTI

Telefono verde tra America, Europa, Russia e Cina verso cop26 grazie al summit promosso da Joe Biden. I Capi di Stato aprono alla riduzione delle emissioni, ma ora servono i fatti.

“Come copresidenti della Cop26 concordiamo con la necessità di lavorare al meglio per la ricostruzione post Covid-19. Il clima deve essere al centro dell’Agenda internazionale”.