Marzo n°1 2021

Rivoluzione Digitale

Foto da: Adobe Stock

La digitalizzazione della gestione del ciclo di vita dei prodotti, e dunque dei rifiuti, ci aiuterà a raggiungere gli obiettivi di economia circolare. Lo farà - e lo sta già facendo - attraverso la robotica, l’Internet delle cose con i cassonetti intelligenti (e non solo), i veicoli a guida semi-autonoma, il cloud computing, l’intelligenza artificiale e i software di analisi dei dati sempre più raffinati. La previsione è contenuta nel briefing dell’Agenzia Europea dell’Ambiente, diffuso a inizio febbraio e basato sul rapporto “Digital Waste Management” dell’European Topic Centre on Waste and Materials in a Green Economy.

Le tecnologie digitali - si legge nel briefing - sono sempre più applicate in quasi tutti i settori della raccolta dei rifiuti. Alcuni aspetti della raccolta sono stati trasformati dai progressi della digitalizzazione, in particolare la logistica, che ormai può essere monitorata in tempo reale. All’aumento dei quantitativi, corrisponde una maggiore complessità, con algoritmi di ottimizzazione che permettono di trovare le opzioni più adatte per allocare le risorse, sia in termini di forza lavoro sia in termini di veicoli. Il risultato è un incremento dell’efficienza.

Questo lo stato dell’arte, ma c’è ancora un ampio margine per migliorare i processi di raccolta dei rifiuti, allineandoli alle esigenze dell’economia circolare. La nuova frontiera è maggiore flessibilità nella gestione dei diversi flussi e servizi su richiesta e personalizzati.

Un altro aspetto riguarda il processo di documentazione e fatturazione, con il passaggio dai sistemi cartacei a quelli digitali, che permette di aumentare l’efficienza dei processi e il flusso di informazioni. Qui le tecnologie includono etichette di identità digitali per contenitori dei rifiuti, ordini, fatturazione e pagamenti totalmente online, interfacce utente web per la comunicazione con i consumatori e collegamento dei fornitori di raccolta dei rifiuti pubblici con altri database governativi.

La digitalizzazione può anche diventare un mezzo per incentivare i comportamenti green. I sistemi pay-as-you-throw, ad esempio, diventano una realtà concreta utilizzando l’identificazione digitale e la fatturazione puntuale, con costi proporzionali alla quantità di rifiuti generati.

La digitalizzazione consente inoltre lo sviluppo di sistemi avanzati di “know-as-you-throw”, con gli operatori di gestione dei rifiuti che utilizzano l’identificazione a radiofrequenza (RFID) per monitorare le frazioni di rifiuti a livello domestico.

Le operazioni di gestione dei rifiuti sono una sfida logistica complessa che implica una movimentazione manuale e, dunque, costi di manodopera. La digitalizzazione offre opportunità per ridurre questi costi e creare migliori opportunità di lavoro nelle parti di maggior valore della catena aziendale.

Un importante campo di applicazione è il processo di selezione: le tecniche di elaborazione delle immagini con intelligenza artificiale, supportate dai selezionatori robotici, si stanno sviluppando rapidamente e sono già utilizzate da diversi produttori globali di materie prime. Altri approcci includono l’etichettatura dei prodotti utilizzando filigrane, QR Code o altri tipi di marcatori in grado di fornire informazioni sulla composizione del materiale facilitando il recupero di materiali di alto valore.

Gli impianti di selezione robotizzati possono anche generare informazioni sui materiali smistati, ottimizzando ulteriormente i processi successivi. Un esempio è l’uso di questi flussi di dati per realizzare modelli di previsione dei carichi di rifiuti in entrata e per conoscere l’efficienza della selezione dei rifiuti. Se questi dati sono collegati ad altri dati rilevanti, come i prezzi nei mercati delle materie prime secondarie, anche i processi possono essere adeguati di conseguenza.

La digitalizzazione del settore, tuttavia, presenta anche qualche elemento critico.

Il primo riguarda il consumo di energia, con il notevole fabbisogno derivante dall’implementazione delle nuove tecnologie. Il secondo è l’uso dei materiali necessari per produrre l’infrastruttura, i dispositivi informatici, i robot di selezione e altri elementi. Infine, tutti questi macchinari hanno essi stessi un loro ciclo di vita, alla fine del quale diventano rifiuti. Ma gli studi preliminari di analisi del ciclo di vita indicano già che i vantaggi ambientali possono superare tali criticità con un ampio margine.

Digitalizzazione, innovazione e robotica possono dunque rivelarsi alleati preziosi per la transizione green sulla quale vuole puntare sempre di più l’Unione Europea.

E anche il Governo italiano, guidato dal Presidente del Consiglio Mario Draghi, nello stendere i progetti del Recovery Plan dovrà tenerne conto.

L’Internet delle cose, il cloud computing, l’intelligenza artificiale e i software di analisi dati sempre più raffinati aiuteranno a raggiungere gli obiettivi di economia circolare.