Dicembre n°3 2023

Cyclus

Com’è nata e come si concretizzerà Cyclus? Quali sono gli obiettivi di questa iniziativa? Che ruolo avrà la Rete certificata nella rivoluzione delle auto elettriche? Il nostro Paese è pronto a quel cambiamento culturale necessario per favorire la circular economy nel fine vita dei veicoli? Sono alcune delle domande che abbiamo posto ad Andrea Carluccio (Direttore Commerciale di Haiki Cobat) e ad Emiliano Casucci (End of Life Vehicle manager di Haiki Cobat) durante la presentazione di Cyclus a Roma. I due dirigenti hanno lavorato in prima persona al network.

“La rete Cyclus è già concretezza, nel senso che è effettivamente una risposta anticipata, un early adopter di un principio ancora in cantiere perché, quella vista insieme, è solo una bozza di regolamento - spiega Andrea Carluccio - Ma di fatto Cyclus è già uno strumento, cioè qualcosa in grado di aver già individuato come stakeholder principali la rete di autodemolitori, le case auto, la filiera della tracciabilità e quindi le software house che consentono la trasmissione delle informazioni in maniera fluida, logica e senza spese per la collettività”.

“Questo tessuto è un’esperienza che si sta materializzando attraverso l’adesione delle prime case automobilistiche e la presenza di una rete di demolitori che ormai conta oltre 150 operatori certificati da organismi terzi - continua il Direttore Commerciale - che garantiscono l’esistenza di requisiti autorizzativi e tecnici. La strada di questo percorso concreto per la sostenibilità è quindi intrapresa, ora siamo in un’ulteriore fase realizzativa”.

Ci sono segnali di una maggiore attenzione verso l’economia circolare da parte di chi produce e acquista? “L’Europa è da sempre attenta a livello universale all’economia circolare e all’ambiente, ha guidato le fila di un cambiamento culturale orientato alla sostenibilità - precisa Andrea Carluccio - L’Italia prima ancora aveva legiferato negli anni ‘80 in merito al riciclo. Non a caso la nostra piccola industria manifatturiera ha già dato un contributo positivo in questi termini. Noi abbiamo il compito e il dovere di allargare questa cultura green, perchè raggiunga tutti. Il consumatore oggi fa scelte più responsabili anche solo rispetto a 10 anni fa per favorire il riuso. Da questo punto di vista il cambio di paradigma è cominciato e abbiamo intrapreso la strada giusta. Cyclus aggiunge un elemento di valore in più”.

Emiliano Casucci è quindi entrato nel merito di come è stato avviato il percorso approdato alla Rete certificata.

“Cyclus nasce con l’idea di creare una rete di eccellenze con i migliori autodemolitori italiani, per poterli fare collaborare con le case automobilistiche - ha precisato il manager del settore ELV - Ecco quindi una rete di professionisti dell’automotive e della demolizione per rispondere a tutte le esigenze e alle normative di oggi e domani. Con Cyclus, Haiki Cobat si fa inoltre trovare pronta al meglio alla rivoluzione della mobilità elettrica.

Il cambio di gestione da un’autovettura con motore endotermico a una elettrica, per il mondo dell’autodemolizione è uno stravolgimento epocale forse senza precedenti. Noi stiamo lavorando con le migliori aziende italiane per farci trovare pronti e Cyclus è la risposta a queste nuove esigenze”.

Tra l’altro quando parliamo di auto elettrica parliamo anche di batterie, un aspetto chiave è quello delle batterie al litio e la vostra esperienza trentennale è un patrimonio al quale attingere... “Assolutamente sì, veniamo da un passato di consorzio unico e obbligatorio per la gestione delle batterie che a quel tempo erano solo al piombo. Oggi - prosegue Emiliano Casucci - siamo una Spa, primo player italiano nella gestione delle batterie al litio. Abbiamo, per esempio, realizzato e fatto certificare da BAM (l’ente tedesco per la certificazione degli strumenti di trasporto delle batterie in stato critico) il nostro Cobat box litio, uno strumento di lavoro per coloro che devono gestire, stoccare e trasportare accumulatori al litio in stato critico. Haiki Cobat sta realizzando il suo impianto di trattamento di batterie agli ioni di litio in Italia. Ad oggi non esistono impianti di questo tipo. Stiamo lavorando molto per essere all’avanguardia e poter offrire risposte concrete”.

Intanto ci sono già numeri importanti... “Ad oggi gli autodemolitori Cyclus, quindi coloro che hanno superato le certificazioni, collaborano attivamente, hanno sottoscritto i contratti con i 4 marchi che hanno già dato a noi il mandato, e trasferiscono i dati sono 150. La rete è più ampia, gli altri autodemolitori iscritti al progetto ma non certificati stanno lavorando per arrivare ad esserlo. A marzo 2024 questa rete sarà ben più ampia e servirà sempre di più l’intero territorio nazionale oggi già coperto, da Bolzano a Pantelleria, isole comprese”.