Dicembre n°3 2023

Cyclus

Cyclus non vuole sostituire quello che già esiste sul mercato. No, Cyclus è qualcosa di completamente diverso. Rappresenta una proposta unica nel suo genere in Italia e forse anche in Europa. Questa Rete saprà promuovere le buone pratiche di recupero e riciclo che per la realtà Cobat, oggi Haiki Cobat, sono da sempre un pilastro costitutivo”. Queste alcune delle parole più significative pronunciate da Claudio De Persio, Amministratore delegato di Haiki Cobat e Haiki+, durante la presentazione della nuova Rete certificata Autodemolitori Cyclus, un network che raccoglie i migliori operatori dell’autodemolizione e che, grazie alla piattaforma digitale certificata Percorso Cobat, garantisce alle case produttrici di autoveicoli e agli operatori della demolizione trasparenza, tracciabilità e sicurezza dei dati nella gestione dei veicoli fuori uso. Offrire una risposta concreta e completa alla gestione della componentistica automotive a fine vita, in un Paese con il parco circolante sempre più vecchio e una congenita carenza di materie prime, è quanto mai urgente.

La nascita del nuovo network è stata presentata durante la tavola rotonda organizzata nella Sala Capranichetta di piazza Montecitorio a Roma, alla presenza dell’Ingegnere Silvia Grandi, Direttore generale Economia Circolare del Ministero dell’Ambiente, dell’onorevole Patty L’Abbate, Vicepresidente della Commissione Ambiente e Lavori Pubblici della Camera dei Deputati, dell’onorevole Marco Simiani, Membro della Commissione Ambiente della Camera, di Edo Ronchi, Presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, di Andrea Minutolo, Responsabile scientifico di Legambiente e del Direttore scientifico di Epr comunicazione Roberto Della Seta. Ad aprire i lavori proprio Claudio De Persio, che ha illustrato le caratteristiche e gli obiettivi di Cyclus.

L’evento è stato l’occasione per ricordare il ruolo fondamentale del riciclo dei veicoli fuori uso per l’economia europea e nazionale. Nell’Unione europea secondo i dati elaborati dall’Eurostat si generano ogni anno circa 6 milioni di veicoli fuori uso, con il nostro Paese che supera di poco il milione. L’Italia, oltre ad avere veicoli con un’età media di oltre 12 anni, vanta anche il primato europeo per possesso di automobili con 672 auto, 897 veicoli ogni 1.000 abitanti (dati Ispra del 2022). La filiera italiana ha raggiunto una percentuale di recupero che si attesta secondo uno studio della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile solo all’84,7%, decisamente lontano dall’obiettivo del 95%, sia per l’assenza delle forme di recupero energetico sia per la difficoltà di trovare un circuito di valorizzazione per i materiali a minore valore di mercato.

Cyclus rientra in un percorso di sostenibilità e legalità delineato da tempo da Cobat, oggi Haiki Cobat, attivo da anni per contribuire all’efficientamento del modello di riciclo dei rifiuti in Italia. Una missione che ad oggi, alla luce della proposta del nuovo Regolamento Europeo sull’End of Life Vehicle avanzata dalla Commissione europea al fine di promuovere la circolarità del comparto automotive rafforzando la responsabilità estesa del produttore, diventa ancora più urgente.

 “Da tempo siamo chiamati a dare sostanza a un cambio di passo nella gestione del fine vita e il comparto dell’auto su questo ha dimostrato lungimiranza e senso pratico - ha esordito Claudio De Persio - Cyclus e Haiki Cobat intendono accompagnare questo processo di sostenibilità in modo pieno, fornendo una soluzione innovativa ed efficiente per facilitare il raggiungimento degli obiettivi essenziali di tutela ambientale e di trasparenza”.

La piattaforma che attualmente conta l’adesione di 4 marchi automobilistici e oltre 150 dei maggiori player italiani nel campo dell’autodemolizione, è in grado di assicurare la corretta gestione di ogni componente di qualsiasi vettura, inclusi i veicoli ibridi e elettrici, abilitando da un lato le case automobilistiche all’accesso ai dati relativi ai veicoli che hanno immesso sul mercato e dall’altro gli autodemolitori all’inserimento dei dati dei componenti di ogni veicolo in ingresso. La piattaforma consente inoltre di consultare report, statistiche e schede degli automezzi intendendo contribuire alla riduzione dell’impatto ambientale e al risparmio energetico.

“Cyclus è parte di un sistema aperto a tutti - ha quindi precisato l’Amministratore delegato di Haiki Cobat e Haiki+ - Attraverso una piattaforma interoperabile che permette un uso efficiente dei dati, è infatti possibile tracciare in maniera sicura le componenti di un veicolo. Un vantaggio per gli operatori, uno strumento già efficiente al servizio della circolarità. Non so se siamo stati fortunati, oppure particolarmente intuitivi nell’immaginare quello che sta diventando il futuro del fine vita delle auto. Noi ci siamo mossi da subito lanciando questo programma inizialmente chiamato percorso Cobat e poi diventato Cyclus, un prodotto a 360 gradi dedicato a tutti gli operatori del settore. Esso risponde perfettamente alla ratio del futuro regolamento europeo considerando la Proposta avanzata dalla Commissione”. Una ratio legis evidenziata nella bozza del 13 luglio 2023 che va a integrare con passaggi innovativi la precedente direttiva. L’obiettivo della nuova norma è quello di uniformare nel mercato unico il comportamento delle Case automobilistiche sia nella fase di produzione che in quella di fine vita dell’auto. E la tutela dell’ambiente assume un ruolo sempre più importante. “Cyclus è la risposta alla proposta di nuovo regolamento, è una piattaforma che garantisce trasparenza, tracciabilità e sicurezza” - ha aggiunto quindi De Persio.

Sul regolamento si è poi espressa Silvia Grandi, precisando: “Abbiamo manifestato qualche perplessità sulla normativa, specie sulle ripercussioni che avrebbe sul mercato interno. Vorremmo ragionarci meglio e l’orientamento della presidenza spagnola del Consiglio dell’Unione europea sembra aiutarci nei tempi. Vogliamo ascoltare anche gli stakeholder del settore, questo convegno è un’occasione di riflessione importante nell’ottica di un dialogo costruttivo: le vostre osservazioni sul tema saranno preziose”.

Marco Simiani ha quindi sottolineato il ruolo positivo dell’Europa nel promuovere l’economia circolare del settore. “Io voglio partire da tre certezze: le direttive e i regolamenti sono momenti di crescita e di sviluppo, l’innovazione ha sempre portato benessere e l’economia circolare è oggi un paradigma di riferimento per l’industria di qualità. Considerando questi aspetti, riusciamo poi a valorizzare esperienze come Cyclus. Il nostro Paese è tra i primi in molti settori, e il vedere nascere questa realtà è molto significativo. Mi fa piacere leggere, dopo la parola rete, certificata: questo termine fa già capire l’intenzione di voler raggiungere standard di qualità per fare una buona impresa”.

“La nuova proposta di regolamento europeo può consentire grandi passi avanti per il riciclo delle auto a fine vita - ha dichiarato a sua volta Edo Ronchi - Contiene indirizzi e misure in grado di fornire un contributo decisivo per il settore. In quest’ottica, la proposta di Cyclus sposa pienamente la direzione indicata dall’Unione europea interpretando la necessità di ottimizzare i processi di trattamento e avvio al riciclo della componentistica automotive. Intercettiamo almeno due tematiche. La prima è quella di aumentare la circolarità del settore auto dove con l’85% di riciclo siamo ancora lontani dal tasso obbligatorio del 95%. Un secondo tema importante è legato alla crescita del numero di veicoli elettrici e su questo fronte abbiamo la necessità di affiancare il cambio della filiera industriale con una maggiore capacità di recupero dei materiali, a partire dalle batterie, per ragioni non solo ambientali, ma di competitività della filiera”.

Andrea Minutolo, ha infine parlato di Cyclus come di un’esperienza in grado di anticipare i tempi. “L’automobile è un insieme di materiali con parti metalliche, oli, raee, batterie... questa complessità va affrontata con una competenza che spesso l’immaginario collettivo dimentica. Competenza tecnica su tanti settori, ed è quello che Cylus vuole fare, dalla produzione al fine vita. Tutto questo può essere di sprone alle Case automobilistiche per una progettazione che fin dall’inizio del prodotto e per tutto il suo ciclo vita guardi alla difesa dell’ambiente. In quest’ottica possono tra l’altro nascere nuove figure professionali per garantire il giusto indirizzo in merito alla valorizzazione e al riciclo dei materiali”.