Dicembre n°3 2021

Cop26

Foto: Emanuela Fagioli Adobe Stock Wikipedia

I risultati raggiunti con il Glasgow Climate Pact

Si è conclusa il 12 novembre a Glasgow la Cop26, la Conferenza sul clima organizzata dalle Nazioni Unite, nell’ambito della Conferenza quadro sui Cambiamenti Climatici (UNFCCC).

L’accordo raggiunto conferma l’obiettivo di limitare a 1,5 gradi centigradi il riscaldamento globale rispetto ai livelli pre-industriali, obiettivo per il quale è necessario garantire riduzioni delle emissioni globali di gas serra, con emissioni zero entro il 2050. Aver inserito un tale riferimento implica che le politiche climatiche, messe in atto dai diversi Paesi, debbano essere aggiornate e rinforzate, visto che con quanto previsto ad oggi l’obiettivo di 1.5°C non potrà essere raggiunto.

Il Glasgow Climate Pact chiede quindi di accelerare gli sforzi verso la riduzione graduale dell’energia a carbone e di eliminare i sussidi ai combustibili fossili, garantendo al contempo un sostegno ai Paesi più poveri nel nome di una transizione giusta. Nel finale il testo dell’accordo è stato però “annacquato” da un blitz dell’India (appoggiata dalla Cina) che ha ottenuto di sostituire nel testo la formula “eliminazione graduale” del carbone con “riduzione graduale”.

Agli Stati che hanno sottoscritto l’accordo è stato chiesto di rivedere e rafforzare i loro obiettivi di riduzione delle emissioni per il 2030 entro la fine del 2022, tenendo conto delle “diverse circostanze nazionali”. E ai Paesi ricchi di “almeno raddoppiare” entro il 2025, rispetto ai livelli del 2019, i finanziamenti per sostenere l’adattamento dei Paesi in via di Sviluppo, cioè quelli più vulnerabili ai cambiamenti climatici.

L’obiettivo di raggiungere entro il 2020 i 100 miliardi di dollari annui per supportare i Paesi vulnerabili non è stato ancora raggiunto (nel 2019, si sono sfiorati gli 80 miliardi). Nell’ambito della Cop26 sono stati tuttavia molteplici gli impegni da parte di diverse istituzioni finanziarie e dei Paesi per aumentare i contributi. Secondo le stime dell’OCSE, si potrebbe raggiungere quota 100 miliardi annui entro il 2023, con la prospettiva di aumentare l’impegno gli anni seguenti.

Il documento conclusivo invita inoltre ad implementare le fonti energetiche rinnovabili. La Cop26 riconosce l’importanza di giovani, donne e popolazioni indigene nella lotta alla crisi climatica e stabilisce che la transizione ecologica debba essere giusta ed equa.

C’è poi l’intesa tra 134 Paesi (compresi Brasile, Russia e Cina) per fermare la deforestazione al 2030, con uno stanziamento di 19,2 milioni di dollari, e quello per ridurre del 30% le emissioni di metano al 2030 (ma senza Cina, India e Russia).

Finalmente sono poi state varate le linee guida per tre obiettivi dell’Accordo di Parigi rimasti fino ad ora inattuate: il mercato globale delle emissioni di carbonio (articolo 6), il reporting format con le norme con cui gli stati comunicano i loro risultati nella decarbonizzazione (trasparenza) e le norme per l’attuazione dell’Accordo di Parigi stesso (Paris Rulebook).

Le dichiarazioni più significative dei protagonisti: alcuni flash

Questi alcuni flash significativi tratti dalle dichiarazioni dei coordinatori, dei Capi di Stato, degli esponenti politici e dei protagonisti del summit in terra di Scozia.

Alok Sharma, presidente della Cop26: “Le conclusioni del summit rappresentano una fragile vittoria. Questo è il momento della verità per il Pianeta, il mondo ci vuole audaci”.

Antonio Guterres, Segretario generale Onu: “Si tratta di un passo avanti importante, ma non basta. È ora di entrare in modalità emergenza. La battaglia per il clima è la battaglia per le nostre vite e questa battaglia deve essere vinta”.

Ursula Von Der Leyen: “Il Patto di Glasgow tiene vivi gli obiettivi di Parigi, dandoci l’opportunità di limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi. Ma non dobbiamo perdere tempo”.

Boris Johnson, Premier Gran Bretagna: “Ringrazio leader, negoziatori e attivisti che hanno reso possibile questo summit e questo patto. Abbiamo compiuto un passo avanti importante. Ma c’è ancora molto da fare nei prossimi anni”.

Mario Draghi, Presidente del Consiglio Italia: “Prima si ignorava il problema, ora c’è una crescente consapevolezza. Per dare risposta all’emergenza climatica gli Stati non possono agire da soli”.

Joe Biden, Presidente degli Stati Uniti: “Nella lotta ai cambiamenti climatici nessuno può farcela da solo, agire è nell’interesse di tutti”.

John Kerry, inviato Usa per il clima: “Un buon accordo per il mondo, nonostante qualche problema”.

Bhupender Yadav, ministro dell’Ambiente India: “Non è compito dell’Onu dare prescrizioni sulle fonti energetiche da abbandonare o potenziare”.

Roberto Cingolani, Ministro dell’Ambiente Italia: “Non sono molto soddisfatto, però mi rendo conto che tra così tanti Paesi e a questi livelli il compromesso è purtroppo parte del mestiere. Qui non si tratta di tecnica, ma di diplomazia”.

Greta Thumberg, giovane attivista svedese: “La Cop26 è finita. Ecco un breve riassunto: bla, bla, bla. Ma il vero lavoro continua fuori da questi saloni. E noi non ci arrenderemo mai”.

(Fonti: Ispra, RaiNews24, Ansa, Sito web ufficiale Cop26 ukcop26.org, SkyTg24, Il Sole 24ore).