Marzo n°1 2021

Glasgow

Foto da: Adobe Stock - Emanuela Fagioli

Riparte da Glasgow l’impegno internazionale per salvare il pianeta da inquinamento e cambiamenti climatici. A 5 anni dall’Accordo di Parigi sarà infatti la città scozzese ad ospitare la Cop26 con l’obiettivo di rilanciare un’azione forte, globale e ambiziosa a difesa dell’ambiente. La Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici del 2021 si svolgerà per la prima volta sotto la presidenza del Regno Unito, in partenariato con l’Italia. La Conferenza delle Parti dell’UNFCCC (United Nations Framework Convention on Climate Change), il Governo di Londra e quello di Roma stanno già lavorando all’organizzazione non solo di questo atteso vertice, ma anche delle iniziative collegate, in particolare l’evento “Youth4Climate: Driving Ambition” in programma a Milano dal 28 al 30 settembre, e la Conferenza Preparatoria PreCop26, che molto probabilmente si dovrebbe tenere sempre nel capoluogo lombardo dal 30 settembre al 2 ottobre.

I negoziati sul clima di Glasgow riuniranno oltre 30.000 delegati, tra cui Capi di Stato, esperti e attivisti, per concordare un piano d’azione coordinato per affrontare il cambiamento climatico. Come illustrato sul sito del Ministero della Transizione Ecologica

(www.minambiente.it) e sul portale ufficiale dedicato (ukcop26.org) la collaborazione tra Gran Bretagna e Italia si concentrerà nella promozione di azioni tangibili mirate a dar vita al cambiamento radicale deciso con l’Accordo di Parigi, in linea con i principi delle Nazioni Unite. In merito, il presidente della Cop26 e ministro britannico per l’energia Alok Sharma, ha dichiarato: «Nonostante siamo concentrati nel combattere la crisi del Coronavirus, non dobbiamo perdere di vista la grande sfida del cambiamento climatico. Stabilite le date per la Cop26, possiamo lavorare con i partner internazionali all’ambiziosa roadmap di azione globale per il clima da qui al novembre 2021. I passi che stiamo prendendo per ricostruire le nostre economie avranno un profondo impatto sulla sostenibilità e il benessere della società futura e la Cop26 può essere l’occasione per unire il mondo in una ripresa pulita e resiliente».

Nella prossima Cop26 uno spazio importante sarà riservato alla montagna. Già negli incontri preparatori si parlerà della tutela degli ambienti di alta quota. Parte dei lavori della “Conferenza internazionale sulle Montagne, il Cambiamento climatico e lo Sviluppo sostenibile” saranno inseriti nell’evento italiano PreCop26 per fornire una panoramica sulla situazione globale, le azioni da intraprendere per proteggere l’ecosistema delle vette e le sfide per uno sviluppo sostenibile.

Sei le sessioni tematiche, con approfondimenti su ecosistemi, clima nelle regioni montane, ghiacciai, gestione delle risorse idriche, biodiversità, aree protette e altro ancora. Il Target 1 dello Sviluppo sostenibile Goal 15 dell’Onu menziona esplicitamente le montagne tra gli ecosistemi da conservare, restaurare e vivere in modo sostenibile in linea con gli accordi internazionali.

Di tutto questo si parlerà dunque tra fine settembre e inizio ottobre al convegno promosso dal Comitato EvK2 e dalla Fondazione Minoprio in collaborazione con importanti partner tra cui il Politecnico di Milano, diverse Università, il CNR-Water research institute, la delegazione dell’ambasciata Pakistana in Italia. Per quanto riguarda l’Italia ci sarà anche Cobat con l’intervento del presidente Giancarlo Morandi. Il Consorzio darà il proprio contributo in termini di esperienza e proposte, forte dell’impresa “Top Recycling Mission” che nel 2013 portò il team di Cobat e dell’EvK2-Cnr a 5.050 metri di quota per sostituire e avviare al riciclo le 15 tonnellate di accumulatori al piombo e pannelli fotovoltaici che alimentano il Laboratorio-Osservatorio Piramide, nato nel 1989 ai piedi del versante nepalese dell’Everest con l’obiettivo di studiare i cambiamenti climatici e ambientali. L’idea di realizzare un laboratorio per la ricerca scientifica in alta quota aveva sempre accompagnato il professor Ardito Desio e l’alpinista Agostino Da Polenza il quale, attivandosi in prima persona, contribuì alla concretizzazione del progetto, fondando inoltre il Comitato Ev-K2-CNR.  E proprio Da Polenza sta collaborando in queste settimane all’organizzazione della conferenza sulla montagna insieme alla EvK2Minoprio guidata dal presidente Maurizio Gallo.

«Negli anni scorsi la montagna era un po’ uscita dall’agenda delle Nazioni Unite,

dell’Unione Europea e dei Governi nazionali, diradandosi all’orizzonte della politica - commenta Agostino Da Polenza, famoso anche per aver scalato il K2 e altri 8.000 metri nella sua lunga carriera alpinistica - La politica invece è importante, occorre indirizzarla verso temi prioritari, affiancarla alle decisioni tecniche. Di recente, per fortuna, le istituzioni sono tornate a guardare alla montagna. Il fatto che se ne parli in vista della Cop26 è un ottimo segnale». Le alture rappresentano il 30% delle terre emerse del pianeta con il 20% della popolazione. Il contrasto all’inquinamento e al surriscaldamento globale passa dunque anche da qui. «Le montagne sono un luogo importantissimo per la biodiversità, sulle vette si formano gran parte delle acque dolci dei continenti, la loro valorizzazione si accompagna all’impegno per il contenimento del clima rilanciato dalla recente elezione di Joe Biden a presidente degli Stati Uniti. Occorre cogliere al meglio questa occasione e la Cop26 per riportare l’habitat montano con le sue peculiarità ambientali alla giusta visibilità internazionale. C’è un tema di fondo da non dimenticare mai: la montagna è un territorio specifico della Terra e necessita di interventi e politiche ad hoc, non di azioni generiche».

Da Polenza ha quindi parlato della necessità di impegnarsi su due livelli, uno generale e uno più specifico. «Ci sono vari interventi come la pulizia dei ghiacciai che possono apparire dei palliativi, ma in realtà se attuati in molti luoghi risultano utili. Certo, i mutamenti climatici non si fermano solo così, sono necessarie azioni più generali come la salvaguardia delle foreste montane. Ora stiamo collaborando con il Governo della Regione del Baltistan e altri istituti di ricerca italiani al consolidamento di un’area protetta a nord del Pakistan, un Parco naturale intorno al K2 grande come metà Lombardia. L’obiettivo è arrivare a 72.000 chilometri quadrati: un cuore verde, un serbatoio glaciale d’acqua nel cuore dell’Asia».

Di questo si parlerà anche al convegno PreCop26 dove interverranno, tra gli altri, Maurizio Gallo, Ashiq A. Khan (Pakistan scientific representative), Amrit Ratna Shakya (Member European economic chamber Nepal); Elisa Vuillermoz (EvK2Minoprio scientific coordinator), Muhammad Aurang Zaib (coordinator Ev-K2-Pakistan).

L’evento dedicato alla montagna vedrà inoltre la partecipazione di tanti esponenti del mondo delle istituzioni e della scienza. Tra loro il sindaco di Assisi Stefania Proietti, Rosa Laura Romeo (FAO-Mountain Partnership), Vincenzo Torti (presidente del Club Alpino Italiano), Paolo Bonasoni (Isac Cnr), Alessandro Nardo (Parco dello Stelvio), Maria Teresa Melis (Università di Cagliari).

«Oggi si parla tanto di transizione green e la sensibilità verso questi temi è cresciuta - conclude Agostino Da Polenza - In questo ambito un contributo fondamentale in merito alle scelte da intraprendere lo può dare proprio la montagna, un habitat meraviglioso e complesso, un paradigma che unisce verde, natura, turismo, sostenibilità, risorse, insediamenti umani. Nel promuovere l’economia circolare ascoltiamo di più chi abita e vive la montagna perché tutelando questi luoghi si aiutano anche altre zone del pianeta e quindi il bene di tutti».