Presentato Cobat Ecofactory, innovativo impianto di trattamento per le celle al litio
In occasione di Terrà, 1° Green Forum della Transizione Energetica (Pescara, dal 25 al 27 Maggio), Cobat ha presentato Cobat Ecofactory. Nato dalla sinergia tra Cobat ed Esplodenti Sabino e partecipato da Cobat Ripa, Cobat Ecofactory è un impianto italiano in grado non solo di effettuare selezione e cernita, ma anche di trattare e riciclare le celle al litio, grazie ad un brevetto europeo sviluppato da Cobat. Un processo sicuro per la raccolta, la gestione e l’esercizio in sicurezza di pile ed accumulatori portatili, messo a punto grazie alla ultratrentennale esperienza di Cobat, leader nell’avvio al riciclo di rifiuti ed Esplodenti Sabino, azienda con vasta esperienza nella gestione delle materie esplosive. L’impianto, sito in provincia di Chieti, si trova in posizione particolarmente strategica per accogliere le pile provenienti dalla raccolta sul territorio della regione Abruzzo e zone limitrofe, come dell’intera area nazionale, con l’obiettivo di generare un processo virtuoso di economia circolare capace di raccordare la filiera, ottenendo benefici dal punto di vista economico ed ecologico.
Nuovo CdA per Cobat Società Benefit
Nuova composizione per il Consiglio di Amministrazione di Cobat spa Società Benefit. Il CdA è stato ufficializzato a metà maggio. Ecco cariche e nomi. Presidente: Stefano Giovannini. Presidente Onorario: Giancarlo Morandi. Amministratori Delegati: Claudio De Persio, Michele Zilla. Consiglieri: Francesco Anglani, Maria Domenica Ciardo, Nicola Colucci, Flavio Raimondo e Maurizio Zanini. Responsabile d’impatto società benefit: Michele Priori.
L’ultimo ventennio di disastri ambientali è colpa dell’uomo
Dal 2001 al 2020, la Terra ha subìto tra i 350 e i 500 disastri ambientali l’anno causati dall’uomo. Entro il 2030 questo dato potrebbe salire a 560, con una media di 1,5 al giorno e un incremento del 40% rispetto al 2015. È quanto emerge dal rapporto annuale di valutazione globale stilato dall’Ufficio delle Nazioni Unite per la riduzione del rischio di catastrofi. “Nonostante gli impegni per costruire la resilienza, affrontare il cambiamento climatico e creare percorsi di sviluppo sostenibile, le attuali scelte sociali, politiche ed economiche stanno facendo il contrario”, si legge nel report.
Il tema e stato ripreso anche in un articolo approfondimento del sito di informazione online “La Svolta”, dedicato ad ambiente, diritti e futuro. “Questa situazione rischia di compromettere gli obiettivi fissati dal Quadro di Sendai, un documento in linea con l’Accordo di Parigi e con l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile che è stato sottoscritto nel 2015 dagli stati membri dell’Onu allo scopo di ridurre i rischi legati alle catastrofi ambientali entro il 2030 - scrive La Svolta - I dati rilevano in particolare che dal 2000 al 2030 gli eventi legati alla siccità subiranno una crescita di oltre il 30%, mentre quelli connessi alle temperature estreme sono prossimi a triplicare dal 2001 al 2030, con un impatto negativo sulla biodiversità e sulla sostenibilità ambientale. Queste tendenze, sostiene la relazione dell’Undrr, implicano che il mondo è destinato a superare il limite fissato dall’Accordo di Parigi, che vincola l’aumento delle temperature al tetto di 1,5 gradi Celsius.
Secondo l’ultimo rapporto dell’Ipcc, i cambiamenti climatici e gli impatti dei disastri ambientali causeranno la migrazione interna di 216 milioni di cittadini entro il 2050 e determineranno la povertà di 132 milioni di persone entro il 2030. A scontare le conseguenze peggiori sono i Paesi in via di sviluppo, dove a essere vulnerabili sono circa 1 miliardo di persone che vivono in condizioni di povertà o emergenza abitativa”.