Ottobre n°2 2023

Come noto, stiamo assistendo in tutta Europa a una transizione verso un diverso paradigma di mobilità, caratterizzato da auto ibride o elettriche. Questi cambiamenti avranno un impatto importante sugli autodemolitori, in questo articolo ci concentreremo soprattutto sulle tematiche inerenti la sicurezza.

Le auto elettriche sono sicure?

In breve, sì. Ad oggi, ad esempio, le evidenze disponibili suggeriscono che non ci siano rischi maggiori di incendio relativamente alle auto elettriche. Questi dati andranno confermati in futuro, man mano che la tecnologia si diffonde e la flotta invecchia, ma appaiono ad oggi confortanti. Tuttavia, il punto di vista del demolitore è differente, avendo a che fare con auto a fine vita, a volte incidentate, e comunque con una tecnologia differente e in continua evoluzione. Sarà quindi necessario per il settore un aggiornamento continuo, per tenere il passo dei cambiamenti in atto.

Le batterie al litio

La tecnologia del litio ha iniziato a diffondersi commercialmente negli anni 90, e ha conosciuto un grande successo fin da subito, per l’elevata densità energetica e le prestazioni decisamente superiori alle precedenti generazioni di batterie, come piombo o nichel. Si tratta di dispositivi che contengono al loro interno una serie di misure di sicurezza ridondanti, per garantire una gestione accettabile dei rischi connessi. Le batterie in commercio sono sottoposte a diversi test, e regolamentate in maniera piuttosto severa per il trasporto: si ha una buona uniformità a livello anche internazionale, per cui trasferire le batterie lungo le normali vie logistiche risulta abbastanza agevole, e con regole relativamente chiare e semplici.

Dove invece si riscontra ancora una certa frammentazione è a livello nazionale, specie per quanto riguarda la normativa relativa allo stoccaggio e all’antincendio: le regole vengono dettate a livello locale, creando disparità sul territorio nazionale. Gli autodemolitori devono quindi muoversi per tempo, e molti lo hanno già fatto, per adeguare le proprie autorizzazioni, confrontandosi con i Vigili del Fuoco e le autorità locali preposte al rilascio delle autorizzazioni. In parallelo la sicurezza sta aumentando, per l’evoluzione dei dispositivi antincendio e il rafforzamento delle condizioni di sicurezza delle spedizioni.

Nel prossimo futuro è auspicabile una definizione di una nuova classe di incendi dedicata, e quindi la certificazione ufficiale dei mezzi estinguenti in commercio. In parallelo, il legislatore sta richiedendo una maggiore consapevolezza degli operatori che spediscono queste merci pericolose, attraverso l’ampliamento della platea di soggetti obbligati a nominare un consulente specializzato in sicurezza dei trasporti. Infine, è verosimile che diverse regole per la spedizione via mare andranno riviste: questa modalità di trasporto si sta dimostrando quanto mai impegnativa, e quindi andrà aggiornata, e magari utilizzata con minore frequenza man mano che si diffonderanno un po’ ovunque le gigafactory di batterie.

Uno sguardo più da vicino: che c’è dentro una batteria al litio?

Da un punto di vista puramente concettuale, tutte le batterie hanno lo stesso schema di funzionamento, da quella originale di Alessandro Volta all’ultimo modello uscito da una fabbrica di Shenzen. Ci sono due elettrodi, anodo e catodo, e un liquido che li mette in comunicazione, il cosiddetto elettrolita. Quando la batteria eroga energia il litio si ossida, trasformandosi in un sale e cedendo la sua energia sotto forma di energia elettrica: il processo è reversibile, e quindi la batteria può assorbire corrente e convertirla in energia chimica. Gli elettrodi contengono litio metallico, altamente reattivo, mentre l’elettrolita è spesso costituito da sostanze organiche a base idrocarburo; pertanto, l’esposizione a condizioni non ottimali, ad esempio temperature molto elevate o shock meccanici, può avere conseguenze.

A questo si aggiunga che ad oggi, specie presso il grande pubblico, certi principi non sono universalmente noti: sebbene esternamente siano molto simili, non possiamo trattare le batterie al litio come delle normali zinco-carbone, esattamente come nessuno si sognerebbe di utilizzare un fiammifero per capire il livello di carburante nel serbatoio dell’auto.

Il quadro normativo e ambientale

Le batterie al litio sono ad oggi in una situazione paradossale: vengono gestite come merci pericolose, al pari di tanti articoli di uso comune (Vernici, disinfettanti, altre batterie, etc), ma non hanno una collocazione precisa nel catalogo europeo rifiuti; perciò, formalmente risultano un rifiuto non pericoloso. In attesa che a livello europeo si aggiorni la classificazione, il settore è comunque regolamentato da una normativa piuttosto articolata. Il fulcro, nel caso specifico, è la responsabilità estesa del produttore. All’atto dell’immissione in commercio, il produttore o importatore versa un contributo ambientale che serve a finanziare la gestione del fine vita e garantire la tracciabilità: col nuovo regolamento europeo, questa struttura consentirà di allontanarsi sempre più dal modello usa e getta e l’autodemolizione avrà un ruolo centrale.

Cosa cambia concretamente

Da un certo punto di vista, la gestione di una batteria al litio non comporta rivoluzioni: già oggi le auto contengono diverse sostanze pericolose, ad esempio la benzina, che, come noto, è straordinariamente infiammabile. Tuttavia, gestire un salto di paradigma non è scontato, richiede tempo e risorse.

Da un punto di vista tecnico il rischio maggiore di una batteria al litio è probabilmente quello di incendio, e quelli che possono derivarne, come produzione di gas nocivi o, in circostanze particolarmente sfortunate, esplosioni. Quando un autodemolitore si ritrova a gestire un’auto da dismettere, può generalmente contare su tutta una serie di software diagnostici che danno un quadro della situazione, e consentono di valutare i rischi. A questo vanno aggiunte procedure, che prevedano ad esempio la quarantena di veicoli incidentati, e la predisposizione di misure volte a gestire eventuali emergenze.

Per dare qualche numero: si stima che una batteria al litio nuova sia a rischio di incendio in un caso su quaranta milioni (per gli amanti delle statistiche: è più facile vincere al superenalotto); di contro, una batteria vecchia, che abbia subito abusi o incidenti, vede questo rischio diventare uno su diecimila: tutto sommato non troppo alto, ma considerati i volumi d’affari di un impianto medio è uno scenario per il quale farsi trovare pronti. In aggiunta, lavorare con un’auto elettrica significa esporsi ai rischi derivanti dall’alta tensione: un pacco batterie sufficientemente grande eroga una tensione di diverse centinaia di volt. Da questo punto di vista il settore è in linea di massima pronto, perché da tempo è stata istituita la figura del meccatronico, che va a unire i ruoli del meccanico e dell’elettrauto.

Conclusioni

Il salto tecnologico che stiamo vivendo va preso molto sul serio, e affrontato con la massima professionalità. Tuttavia, non da oggi le auto contengono sostanze pericolose, e la crescente attenzione alla sicurezza ci fornisce tutti gli strumenti necessari per gestire la transizione: il settore dell’autodemolizione è pronto, e i cambiamenti in atto daranno l’occasione ai migliori di emergere e farsi valere.