Dicembre n°5 2018

A Firenze il primo incontro del corso di formazione promosso da Legambiente e Cobat. Un focus specifico è rivolto alla Legge 68 del 2015 contro gli ecoreati.

Imprese, ambiente, legalità”. Questo il titolo del corso di formazione organizzato da Cobat e Legambiente per illustrare ad aziende, amministratori pubblici e operatori del settore gli aspetti più importanti legati all’applicazione della Legge 68 del 2015 contro gli ecoreati, e più in generale le normative del settore. Nella prima tappa di Firenze (seguita da quella di Treviso e prossimamente da nuovi incontri in altre città italiane) si è parlato in particolare di “Delitti ambientali e nuovi strumenti a difesa dell’ambiente e delle aziende rispettose della legge”. Il convegno si è tenuto nella sede di Confindustria Firenze alla presenza, tra gli altri, di giudici, avvocati, dirigenti d’azienda e rappresentanti di associazioni ambientaliste. 

Ad aprire il corso sono stati il presidente di Cobat Giancarlo Morandi, e quello di Legambiente Stefano Ciafani, i quali hanno sottolineato quanto sia importante contrastare gli illeciti per favorire il successo delle imprese virtuose, ricordando inoltre l’efficacia della recente legge sugli ecorati.

«Bisogna realizzare impianti, avviare processi produttivi rispettosi dell’ambiente e soprattutto fare tanta formazione se si vuol promuovere un’economia davvero sostenibile - commenta Giancarlo Morandi - Formazione per le imprese e formazione per gli amministratori pubblici perché l’economia circolare richiede un modo nuovo di vedere quello che una volta era il semplice mondo dei rifiuti ai quali oggi occorre dare una nuova vita. Un innovativo paradigma di sviluppo che necessita di aziende con dirigenti e operatori preparati, stoccaggi appositi, investimenti mirati a coniugare produttività e recupero dei materiali. Tutto ciò favorirà inoltre un aumento di posti di lavoro. In questo scenario Cobat ha deciso di sostenere un utile corso di formazione legato in particolare al rispetto delle normative del settore».

Convinto della necessità di puntare su formazione e conoscenza delle regole anche il presidente di Legambiente. «Quella che prende il via oggi a Firenze è un’iniziativa molto importante, pensata con Cobat perché le imprese devono conoscere a fondo quali sono le nuove maglie della normativa ambientale che grazie alla Legge 68 del 2015 si sono ristrette - sottolinea Stefano Ciafani - Oggi chi inquina rischia seriamente. Le imprese e le Pubbliche Amministrazioni si devono formare per applicare in modo corretto la normativa contro gli ecoreati. Abbiamo lavorato 21 anni per farla approvare. La legge sta funzionando, sta avendo una sua efficacia per tutelare l’ambiente, la salute delle persone, e soprattutto quelle imprese sane che si fanno carico dei costi relativi al corretto recupero dei materiali e al contrasto dell’inquinamento. Una normativa utile per sanzionare davvero chi inquina e alimenta una concorrenza sleale ignorando i costi ambientali». 

I lavori della prima giornata di formazione sono stati coordinati da Fausto Ferruzza, presidente di Legambiente Toscana, con i relatori che hanno proiettato slide e dati molto significativi in merito all’applicazione della legge 68. L’anno appena trascorso è stato quello della consacrazione definitiva della recente normativa: è pressoché raddoppiato infatti il numero dei nuovi delitti ambientali contestati, che passano da 173 a ben 303 con un’impennata netta del 75%, frutto di 4.578 controlli effettuati. Si registra inoltre un forte incremento delle contestazioni per disastro ambientale, che da 13 schizzano a 24, con il corollario di 48 denunce e 7 arresti. Ma, oltre ai numeri, ciò che conta è il cambio di paradigma, il cambio di passo a favore di una maggiore attenzione al contrasto di ecomafie e illeciti ambientali.

«I risultati ci sono, la legge si applica con efficacia su tutto il territorio nazionale - conferma Antonio Pergolizzi dell’Ufficio Ambiente e Legalità di Legambiente - Sono stati contestati dalle forze dell’ordine circa 480 fattispecie delittuose di questo tipo, quindi un numero molto significativo, al quale vanno affiancati più di 1.260 prescrizioni impartite dal sistema delle Arpa, le Agenzie Regionali per la Protezione Ambientale».

Quindi sta funzionando la legge contro gli ecoreati? Lo abbiamo chiesto anche a un magistrato intervenuto al convegno di Cobat e Legambiente. «Direi che sta funzionando abbastanza bene - risponde Luca Ramacci, giudice della Corte di Cassazione - È però ancora presto per dare un giudizio decisivo. Sicuramente è una legge efficace, ha colmato un vuoto che prima c’era e si comincia ad applicarla con un certo criterio e una certa attenzione. Ovviamente in Cassazione sono arrivati finora solamente procedimenti cautelari, non sentenze di secondo grado impugnate, quindi è ancora presto per stilare un bilancio complessivo. Possiamo comunque dire che la prima impressione è decisamente buona».

Tra i relatori del corso di Firenze anche Andrea Carluccio, responsabile dell’Area Produttori di Cobat, il quale ha parlato delle filiere dei RAEE e delle batterie esauste. «Un corso come questo è un’occasione importantissima di dialogo e confronto con le imprese, al fianco delle quali Cobat lavora da tempo per dare una nuova vita ai materiali - spiega Andrea Carluccio - In anni di esperienza abbiamo potuto rilevare quanto le aziende abbiano  bisogno di formazione, di essere accompagnate nel conoscere regole ed evoluzione del mercato. Una necessità che emerge in particolare nel campo ambientale e della gestione dei rifiuti, una materia complessa, molte volte non direttamente legata al core business dell’impresa. Ecco, Cobat si propone esattamente di informare le aziende in merito a tutto questo, di avvicinarle, accompagnarle e rendere noto a imprenditori e dirigenti quanto sia pericoloso, per esempio, trascurare il principio della responsabilità estesa del produttore, concetto cardine dell’economia circolare. Pertanto, l’invito che in questa occasione viene naturale fare - incalza Carluccio - è quello di prestare la massima attenzione agli aspetti ambientali legati all’attività produttiva attivando un canale di dialogo permanente con il consorzio di filiera per gestire al meglio i prodotti immessi al consumo e il loro fine vita, all’insegna della tracciabilità e del rispetto delle regole. Saper coniugare i risultati economici con la tutela dell’ambiente, innovando e puntando sulla formazione, è garanzia  di successo anche sul mercato».