Informazioni di pubblica utilità

SCIP

Notifica SCIP, questa sconosciuta. Molte aziende fabbricano o, più spesso, importano sul mercato italiano prodotti che contengono specifiche sostanze chimiche e sarebbero dunque obbligate a farla. Il problema è che spesso non lo sanno. La scorsa settimana l’Agenzia Chimica Europea, ECHA, ha reso pubblico il database SCIP, che contiene tutte le notifiche presentate a partire dal gennaio di quest’anno. Cosa significa tutto questo? Come verificare eventuali obblighi della tua azienda? Ecco tutto quello che c’è da sapere.

Cos’è ECHA?

ECHA è l’Agenzia Chimica Europea, istituita con l’articolo 75 del regolamento REACH nel dicembre 2006, con lo scopo di gestire e, in alcuni casi, di realizzare gli aspetti tecnici, scientifici e amministrativi della gestione delle sostanze chimiche a livello europeo, e di assicurare la coerenza a livello comunitario in relazione a tali aspetti. L’Agenzia ha sede ad Helsinki, impiega ad oggi circa 600 persone, e rende disponibile un database con più di 245000 sostanze chimiche, rendendo quella europea la legislazione più avanzata in materia di sicurezza chimica

La notifica SCIP

Come già illustrato in un precedente articolo, la notifica SCIP è lo strumento con cui l’Europa sorveglia l’utilizzo delle sostanze “particolarmente preoccupanti”, SVHC, che possono avere un impatto significativo di lunga durata sull’ambiente e la salute dell’uomo. Contestualmente al monitoraggio si implementa una politica europea che spinge verso l’abbandono dei composti chimici più nocivi e l’adozione di alternative meno pericolose. È quindi necessario che, alla fine del ciclo di vita del prodotto, alla frazione contaminata non venga permesso di tornare in circolo

La situazione attuale

Con l’annuncio della scorsa settimana abbiamo a disposizione il quadro esaustivo di quanto è stato fatto sin qui, sappiamo che le categorie di prodotti più comunemente notificate nel database sono:

- macchinari di vario genere;
- strumenti di misura;
- apparecchiature elettroniche;
- veicoli e loro parti;
articoli in gomma;
arredamento.

Oltre alle loro componenti. Mentre le sostanze più comuni estremamente preoccupanti nelle notifiche sono:

- piombo (ad es. nei cuscinetti a sfera e nelle batterie);
- monossido di piombo (ad es. in lampade, parti di veicoli);
triossido di piombo-titanio (es. nei fornelli elettrici);
- acido silicico, sale di piombo (ad es. in cristalli di piombo, rivestimenti per veicoli); e
- Dechlorane Plus TM ” (ad es. in vernici, colle)

Il rischio sanzioni

Benché l’obbligo di notifica sia in vigore dal 5 gennaio 2021 le autorità fino ad oggi si sono concentrate sulla fase di transizione, lasciando il tempo ai produttori di fare le opportune verifiche e notificare ad ECHA. Con la pubblicazione del database si entra nella fase pienamente operativa: in Italia vige il Decreto legislativo 14 settembre 2009, n. 133. Secondo le previsioni dell’articolo 10 comma 6 del decreto, chi non avesse adempiuto agli obblighi di notifica rischia una sanzione da 5000 a 30000 euro. Nel caso gli oggetti commercializzati fossero molti la somma totale potrebbe rapppresentare un onere importante

Cobat può aiutarmi?

Certamente: se vendi uno dei prodotti che abbiamo citato, oppure se hai il dubbio che i tuoi articoli contengano una sostanza soggetta agli obblighi di notifica puoi contattare gratuitamente e senza impegno Cobat, che ti guiderà alla risoluzione del problema.

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