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Zero emissioni

Vogliamo azzerare le emissioni di carbonio entro il 2050? Allora servono 173mila miliardi di dollari in investimenti nella transizione energetica. Parola del Bloomberg New Energy Finance (Bnef), che ha messo tutto nero su bianco nel "New Energy Outlook 2021", l'ultima edizione dell'analisi di scenario a lungo termine sul futuro dell'economia legata all'energia. Ecco di cosa si tratta.

Gli investimenti

Prima di tutto una premessa. La strada verso il tanto desiderato “zero” è ancora piuttosto incerta. Il rapporto del Bloomberg New Energy Finance delinea tre scenari distinti: verde, rosso e grigio. In tutti e tre i casi, la meta è quella delle zero emissioni, ma sulla base di un diverso mix di tecnologie.

Quel che è certo è che servono investimenti consistenti in infrastrutture, con capitali trasferiti dai combustibili fossili verso l'energia pulita. I vantaggi, spiega Bloomberg, non sono solo ambientali, ma aprono nuove opportunità per gli investitori, le istituzioni finanziarie e il settore privato, creando molti nuovi posti di lavoro nell'economia verde.

Costo dell’operazione? Tra 92mila e 173mila miliardi di dollari nei prossimi trent'anni. Questo significa che gli investimenti annuali dovranno più che raddoppiare.

Ma su cosa si dovrà puntare? Secondo Bnef la spina dorsale della transizione è costituita da energie rinnovabili e elettrificazione. Questi i settori che vanno spinti immediatamente. Ma Bnef parla anche di altre priorità, che risultano più critiche nel dibattito: idrogeno, cattura di carbonio e nuove centrali nucleari modulari.

La riduzione delle emissioni nel settore energetico

Il report ricorda che le emissioni globali legate all'energia devono calare del 30% rispetto ai livelli del 2019 entro il 2030 e del 75% entro il 2040, per raggiungere lo zero netto nel 2050.

Nei prossimi 10 anni, insomma, il settore energetico deve ridurre le emissioni del 57% rispetto ai livelli del 2019 entro il 2030 e poi dell'89% entro il 2040; quello del trasporto stradale deve tagliare dell'11% entro il 2030, per poi diminuire più rapidamente negli anni 2030 per raggiungere l'80% al di sotto dei livelli del 2019 nel 2040.

I tre scenari

Ad oggi, l’83 per cento dell’energia primaria è costituito da combustibili fossili. Eolico e solare fotovoltaico rappresentano l’1,3%.

Lo scenario verde di Bnef dà la priorità all’elettricità pulita e all'idrogeno verde. Qui l'eolico e il solare arrivano fino al 15% dell'energia primaria nel 2030 e al 70% nel 2050. I combustibili fossili, invece, diminuiscono di circa il 7% all'anno e rappresentano solo il 10% dell'offerta entro il 2050.

Lo scenario rosso rende prioritario il nucleare per la produzione di idrogeno. Con questa prospettiva, il combustibile nucleare vale il 66% di energia primaria nel 2050, rispetto al 5% attuale.

Lo scenario grigio è quello che ha a che fare con la cattura e lo stoccaggio del carbonio. In questo caso, si continuare a utilizzare carbone e gas. I combustibili fossili, infatti, diminuiscono solo del 2% all'anno, arrivando al 52% della fornitura di energia primaria nel 2050, mentre eolico e fotovoltaico crescono fino al 26%.

I traguardi da raggiungere

Sono piuttosto impegnativi i traguardi da raggiungere nei prossimi nove anni. È necessario quintuplicare la produzione di energia eolica ogni anno, aumentare di 26 volte quella delle batterie, aggiungere 35 milioni di veicoli elettrici su strada ogni anno (11 volte il totale del 2020), aumentare il volume di riciclo di alluminio 67%, acciaio 44% e plastica 149% entro il 2030 dai livelli del 2019.

Consulta il New Energy Outlook 2021 di Bnef