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Sei un’impresa e non hai capito se hai diritto a una riduzione, o magari all’esenzione totale, della TARI? Vuoi affidare a un privato i tuoi rifiuti, ma non sai come verrà calcolata la tua tariffa? Tanti dubbi e, fino a poco tempo fa, nessuna risposta. Con il recepimento delle direttive europee sull’economia circolare, sono scattate nuove regole, ma mancavano i chiarimenti. Chiarimenti che ora arrivano con una circolare del ministero della Transizione Ecologica. Ecco quali sono.

Dove nascono i dubbi
Con il decreto legislativo 116/2020, l’Italia ha recepito la direttiva europea 2018/852 sull’economia circolare, e in particolare sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio. Tra le tante novità, in vigore dal primo gennaio, c’è la nuova disciplina sulla classificazione dei rifiuti, la ridefinizione del confine tra rifiuti urbani e speciali e il venire meno del potere dei comuni di regolamentare l’assimilazione, per quantità e qualità, confermando la possibilità le attività commerciali, artigianali e industriali di affidare al mercato i propri rifiuti urbani.

Le novità hanno portato anche molti dubbi, che riguardano in sostanza il meccanismo per la determinazione e l’applicazione della tassa rifiuti per i servizi di raccolta, trasporto e smaltimento o recupero dei rifiuti urbani, la TARI appunto, per le imprese.

Il ministero della Transizione Ecologica, precedentemente noto come ministero dell’Ambiente, prova a fare chiarezza con la circolare numero 35259 del 12 aprile 2021.

I chiarimenti riguardano coordinamenti tra articoli di legge, meccanismi di determinazione della TARI, perimetro dei locali che possono ottenere l’esenzione e scadenze per uscire dal servizio pubblico.

Ma che significa, in pratica, per le imprese?

Quando si ha diritto all’esenzione totale
L’esenzione totale della TARI, quindi sia la parte variabile sia quella fissa, si applica a:
 - Superfici dove avviene la lavorazione industriale
 - Tutti i magazzini, siano essi di materie prime, di merci o di prodotti finiti

Inizialmente si parlava solo di magazzini collegati funzionalmente alle lavorazioni, ora la circolare ministeriale allarga l’esenzione a tutti i magazzini.

Quando si ha diritto all’esenzione parziale della TARI
L’esenzione parziale riguarda i rifiuti prodotti da mense e uffici e si riferisce alla quota variabile della TARI. Scatta se l’impresa decide di abbandonare il servizio pubblico e rivolgersi a operatori privati.

Il ministero della Transizione Ecologica chiarisce che le aziende che scelgono di affidarsi al mercato possono richiedere l’esenzione della quota variabile della TARI, e dunque la riduzione, se questa è riferita a qualunque processo di recupero, e non solo al riciclo, come previsto in origine dalla disciplina.

Per ottenere la riduzione serve l’attestazione rilasciata dal soggetto che effettua l’attività di avvio a recupero dei rifiuti. In ogni caso, le imprese devono pagare la quota fissa.

Per ottenere l’esenzione parziale, che dura 5 anni ed è rinnovabile, è necessario inviare una comunicazione al Comune o al gestore del servizio, nelle aree in cui si paga la tariffa corrispettiva, entro il 31 maggio di ogni anno. È necessario dimostrare il recupero dei rifiuti, presentando l’attestazione rilasciata dal soggetto che effettua l’attività di avvio a recupero dei rifiuti. In ogni caso, le imprese devono pagare la quota fissa.

Quando non si ha diritto ad alcuna esenzione
Tutte le aree dell’impresa che producono rifiuti urbani, che non siano dunque quelle che hanno diritto all’esenzione totale, e che si affidano al pubblico continuano a pagare la TARI senza esenzioni.