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Quanto sono realmente interessate le imprese italiane al tema della sostenibilità? Quante quelle che agiscono nel concreto? Secondo l’ultima ricerca "Sostenibilità alla sbarra” di ConsumerLab - centro studi specializzato in sostenibilità – in Italia, sempre più aziende parlano di sostenibilità ma poi, all’atto pratico, sono ancora lontane dall’adottare realmente politiche sostenibili in grado di tutelare l’ambiente e la collettività. Ecco di cosa parla lo studio.

Secondo il report, in Italia, il 19% dei messaggi delle aziende diretti al pubblico comprende la parola “sostenibilità” e, di queste, quasi la metà (il 46%) fa riferimento alla sostenibilità ambientale. Si tratta di un numero di comunicazioni in costante crescita ma che comporta, inevitabilmente, un paradosso nella misura in cui non vi è poi un riscontro concreto e dimostrato nella realtà. Tutto ciò crea inevitabilmente scetticismo tra i consumatori circa l’effettivo impegno delle aziende verso la trasformazione sostenibile: in base al campione intervistato dal centro studi, circa due terzi dei cittadini, infatti, non ritiene sincera e trasparente la comunicazione delle imprese.

“Le imprese cercano di vestirsi in ogni modo di sostenibilità come se fosse una nuova certificazione di qualità” – afferma Francesco Tamburella, presidente di ConsumerLab - “Dall’esame delle loro attività, però, appare evidente che il vero senso di tale concetto è raramente centrato. La comunicazione resa ai cittadini/consumatori è così fuorviante e ingannevole, perché non ha riscontro in maniera concreta e dimostrata nella realtà”.

Il Bilancio di sostenibilità

C’è un modo, poi, nel quale le aziende comunicano all’esterno il percorso intrapreso verso la sostenibilità ed è attraverso il cosiddetto Bilancio della sostenibilità. Secondo il report, solo l’1,76% delle piccole imprese italiane con più di 20 addetti pubblica tale bilancio; la percentuale scende fino ad arrivare allo 0,63% per quelle con meno di 10 dipendenti. Analizzando le grandi realtà, si scopre che solo il 28,2% presenta un bilancio: fra le banche la percentuale è del 18,2% e fra le assicurazioni del 27,6%.

Ma le aziende sono veramente obbligate a presentare un resoconto sul tema? A quanto pare, ad oggi, solo gli Enti di Interesse Pubblico sono obbligati a redigere un Bilancio, meglio conosciuto come Dichiarazione Non Finanziaria (DNF). Una situazione, però, che è destinata a cambiare dal 2023, ovvero da quando verranno introdotti obblighi quantitativi (addetti, fatturato e patrimonio) molto più ampi.

Lato consumatori, però, tali bilanci sono considerati – da quanto emerge dal report – come documenti estremamente tecnici e poco comunicativi, difficili da leggere per chi non è un addetto ai lavori. Di conseguenza, ne deriva il fatto che neanche il 2% degli intervistati legge un Bilancio di Sostenibilità in quanto “in genere la valutazione dell’impegno che una attività produttiva riserva alla trasformazione sostenibile consiste in una sensazione effetto della reputazione: il marketing domina quella valutazione mistificando la realtà. In questo modo la consapevolezza è falsata, l’affermazione di una cultura popolare, partecipe della promozione di stili di vita e consumo sostenibili, rimane disorientata”.

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