Informazioni di pubblica utilità

smartphone

Immaginate un mondo dove tutti i dispositivi elettronici possano essere ricaricati tramite lo stesso caricabatteria, indipendentemente dal marchio. Impossibile? Forse no, almeno stando alla nuova proposta di Direttiva europea che ha l’obiettivo di ridurre la produzione dei rifiuti elettronici e al contempo agevolare la vita dei consumatori. Ecco di cosa si tratta.

Il progetto non rappresenta di certo una novità per l’Ue che dal lontano 2009 sta cercando di convincere le aziende produttrici di dispositivi portatili a passare allo standard universale. Tuttavia, nonostante le intenzioni, l’iniziativa ha prodotto solamente iniziative su base volontaria e quindi non giuridicamente vincolanti.

Ora però con la concreta proposta di revisione della direttiva sulle apparecchiature radio, le porte di ricarica e la tecnologia di ricarica rapida dovranno essere obbligatoriamente armonizzate: le porte USB-C diventeranno il formato standard per tutti gli smartphone, i tablet, le videocamere, le cuffie, gli altoparlanti portatili e le console portatili per videogiochi.

L’esecutivo Ue propone inoltre di separare la vendita dei caricabatteria da quella dei dispositivi elettronici. Tutte soluzioni che, una volta adottate, contribuiranno al riutilizzo dei dispositivi di ricarica e aiuteranno i consumatori a risparmiare – secondo una stima dell’Ue - ben 250 milioni di euro all'anno spesi finora per l'acquisto di caricabatteria superflui.

Anche i benefici a livello ambientale saranno enormi: le nuove misure consentiranno di ridurre l'estrazione delle risorse necessarie per i caricabatteria nonché la produzione, il trasporto, l'uso e lo smaltimento degli stessi. Verranno quindi ridotti i rifiuti elettronici di circa 1.000 tonnellate ogni anno, con una diminuzione delle emissioni di gas a effetto serra di circa 180.000 tonnellate di CO2 all'anno.

Numeri impressionanti se si pensa che solo nel 2020 sono stati venduti all’interno dei Paesi Ue circa 420 milioni di smartphone e altri dispositivi elettronici portatili e considerando che, in media, un consumatore possiede 3 caricabatteria e ne usa almeno 2 abitualmente.

Ma che ne sarà dei vecchi caricabatteria? Secondo Bruxelles, gli utenti che possiedono caricabatteria già conformi ai nuovi requisiti di interoperabilità (da un capo all'altro del cavo, ndr) potranno continuare a utilizzarli mentre quelli non interoperabili potranno e dovranno essere smaltiti e riciclati nel momento in cui vengono sostituiti, proprio come da direttiva relativa al trattamento dei rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE).

Una transizione che non sarà immediata. Bruxelles garantisce che ci sarà un periodo di adeguamento prima dell’entrata in vigore delle nuove prescrizioni: ora la proposta della Commissione dovrà prima essere adottata dal Parlamento e poi dal Consiglio Ue secondo la procedura legislativa ordinaria; successivamente ci sarà un periodo transitorio della durata di 24 mesi dalla data di adozione delle nuove disposizione prima della loro entrata in applicazione.

Leggi la proposta di direttiva