Pianificare lo smart working dei dipendenti ottimizzando la mobilità dei lavoratori per migliorare la circolazione in strada e rendere le città più vivibili. Sarà questo il compito del Mobility Manager, una figura che nel tempo è rimasta per lo più secondaria e marginale e che, oggi, riacquista invece un ruolo centrale grazie al decreto firmato lo scorso 10 maggio dal ministro delle Infrastrutture e delle Mobilità sostenibili, Enrico Giovannini e dal ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, stabilendone l’obbligatorietà nelle imprese con più di 100 dipendenti e nelle città con oltre 50mila abitanti.
L’adozione di un piano di Mobility Management nel nostro Paese è, infatti, il risultato di diversi interventi normativi, avviati già nel 1998, fino ad arrivare all’ultimo Decreto Rilancio nel 2020 che ha accelerato il processo di affermazione del Mobility Manager in piena emergenza pandemica.
Perché un Mobility Manager
Ed è stata proprio la gestione del virus a generare importanti cambiamenti nella vita di tutti i giorni, anche in termini lavorativi, facendo adottare alle aziende pubbliche e private nuove modalità di organizzazione del lavoro, modificando le abitudini delle persone e, di conseguenza, la loro mobilità.
Da qui la necessità di ripensare ad una figura in grado spalmare il lavoro agile lungo tutta la settimana, evitando così assembramenti, ottimizzando i tempi lavorativi dei cittadini e con ricadute positive anche in termini di viabilità.
È lo stesso Ministero della Transizione ecologica, in una nota, a sottolineare che “il Mobility Manager aziendale è una figura specializzata nel governo della domanda di mobilità e nella promozione della mobilità sostenibile nell'ambito degli spostamenti casa-lavoro del personale dipendente".
Il Mobility Manager rappresenta, dunque, l’esigenza di una maggiore attenzione verso la travel safety e verso la diffusione di forme di smart working con maggiore flessibilità oraria.
La normativa
Il Decreto Rilancio (DL 34/2020, convertito in Legge 77/2020) prevede l’obbligo di redigere il piano spostamenti casa lavoro (Pscl) dei dipendenti entro il 31 dicembre di ogni anno e la nomina del Mobility Manager per le aziende con più di 100 dipendenti, localizzate in un capoluogo di Regione, in una Città metropolitana, in un capoluogo di Provincia o comunque in un Comune con popolazione superiore a 50.000 abitanti.
Nell'ambito dei programmi di finanziamento per la realizzazione di interventi di mobilità sostenibile promossi dal ministero della Transizione ecologica, dal ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili o congiuntamente dagli stessi Ministeri “può essere assegnata una premialità ai Comuni che presentano un progetto derivante dalla integrazione e dal coordinamento di più Pscl relativi al proprio territorio, adottati e aggiornati ai sensi del presente decreto. Le amministrazioni pubbliche – continua la nota - provvedono all'attuazione del decreto con le risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente sui propri bilanci, e comunque senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica".
Per quanto riguarda le caratteristiche che deve possedere un Mobility Manager, il dicastero evidenzia come tale figura venga nominata “tra soggetti in possesso di un'elevata e riconosciuta competenza professionale e/o comprovata esperienza nel settore della mobilità sostenibile, dei trasporti o della tutela dell'ambiente".