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Il quadro normativo relativo alla gestione dei rifiuti, si sa, è molto complesso. Anche un compito apparentemente banale come assegnare il codice corretto a un rifiuto, può nascondere delle insidie.

Lo dimostra una recente sentenza della Cassazione che ha condannato un intermediario per la gestione di rifiuti non correttamente classificati. Secondo la Suprema Corte:

"Deve […] rimarcarsi come nel settore dei rifiuti viga il principio, sotteso all'esigenza di assicurare un elevato livello di tutela dell'ambiente di diretta derivazione dalla normativa comunitaria basata sulla regola del "chi inquina paga", della "responsabilità condivisa" e della vicendevole cooperazione per la corretta gestione dei rifiuti, sancito dal combinato disposto degli artt. 178 e 188 d. Igs. 152/2006, che grava su tutti i soggetti coinvolti a qualunque titolo nel ciclo della gestione dei rifiuti, comprensivo di tutte le attività di produzione, detenzione, trasporto e smaltimento, e che si estende al di là della sfera di operatività della condotta del singolo, chiamato a rispondere per omesso controllo anche dell'operato di tutti i soggetti le cui condotte si intersechino con la propria"

Per assegnare correttamente i codici, si possono consultare le linee guida SNPA, che aiutano nella classificazione dei rifiuti.

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