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Tutti parlano di Green Bond, gli scambi aumentano e la sostenibilità sembra ormai interessare parecchio al mondo della finanza. Ma come si fa a riconoscere gli investimenti davvero sostenibili da chi invece si è lanciato in questo nuovo fenomeno in ascesa, senza però averne i requisiti? La domanda se l’è già posta la Commissione europea. La risposta è arrivata con una proposta di regolamento. Ecco di cosa si tratta.

Green bond, un fenomeno in ascesa

Secondo le stime di Bloomberg NEF, solo durante scorso anno le emissioni di obbligazioni verdi (Green Bond, appunto) hanno raggiunto i 732,1 miliardi di dollari con un aumento del 29% rispetto al 2019 (565,5 miliardi). Ora però cambiano le regole. O, meglio, arrivano le regole. La crescita delle obbligazioni verdi ha portato la Commissione europea a varare una proposta di regolamento, su base volontaria, per i “Green Bond Ue” (EUGBS). L’obiettivo? Creare un gold standard per le aziende e i governi che desiderano raccogliere fondi per progetti e programmi rispettosi dell'ambiente.

Una strategia, quella adottata dell’Ue, che rientra tra gli obiettivi del Green Deal europeo al 2030 per compiere la transizione verso un’economia climaticamente neutra e realizzare gli obiettivi di sostenibilità ambientale; per farlo, occorrono ingenti investimenti da parte anche del settore privato che, però, avrebbe bisogno di maggiore tutele e garanzie.

"In questo decennio, stimiamo che l'Europa avrà bisogno di circa 350 miliardi di euro di investimenti extra annuali per raggiungere il suo obiettivo di emissioni al 2030 nei sistemi energetici. Questo si aggiunge ai circa 130 miliardi di euro necessari per altri obiettivi ambientali - ha commentato Valdis Dombrovskis, vice-presidente della Commissione europea - Sappiamo da tempo che i soldi pubblici non saranno sufficienti. E dobbiamo fare affidamento sul settore privato. Ecco perché la finanza sostenibile è così importante: genera investimenti alla scala necessaria".

Il regolamento

La risposta alla richiesta da parte degli investitori e imprese private di poter individuare più facilmente gli investimenti ecosostenibili arriva proprio dal nuovo regolamento per i Green Bond, che introdurrà uno standard rigoroso a cui tutti gli emittenti (privati e sovrani) potranno aderire volontariamente.

Come si legge nella nota diramata dalla stessa Commissione europea “la norma europea per le obbligazioni verdi stabilirà uno standard di riferimento sull'uso che le imprese e le autorità pubbliche possono fare di questi strumenti per raccogliere fondi sui mercati dei capitali allo scopo di finanziare investimenti ambiziosi, nel rispetto di requisiti stringenti di sostenibilità e proteggendo gli investitori dall'ecologismo di facciata”.

In particolare:

- gli emittenti di obbligazioni verdi disporranno di uno strumento solido per dimostrare che stanno finanziando progetti ecocompatibili in linea con la tassonomia dell'UE;
per gli investitori che comprano le obbligazioni sarà più facile capire che i loro investimenti sono sostenibili, riducendo così il rischio di un ecologismo di facciata.

I requisiti per ottenere il “bollino di qualità” Ue

I bond che vorranno avere l’etichetta dello standard EUGBS dovranno rispettare i severi requisiti di sostenibilità stabiliti dalla Commissione europea: i fondi raccolti dall’obbligazione dovranno essere interamente assegnati a progetti conformi al regolamento tassonomia; sarà necessaria la piena trasparenza sulle modalità di assegnazione dei proventi delle obbligazioni esigendo una comunicazione dettagliata; tutte le obbligazioni verdi dell'UE devono essere controllate da un revisore esterno per garantire che il regolamento sia rispettato e i progetti finanziati siano allineati alla tassonomia. È prevista in questo caso una flessibilità specifica e limitata per gli emittenti sovrani; i revisori esterni che forniscono servizi agli emittenti di obbligazioni verdi dell'UE devono essere registrati e controllati dall'Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati, in modo da garantire la qualità e l'affidabilità dei loro servizi e delle loro revisioni a tutela degli investitori e dell'integrità del mercato. È prevista in questo caso una flessibilità specifica e limitata per gli emittenti sovrani.

Leggi la proposta di regolamento.