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Fondo Salvaguardia

Entrare nel capitale delle aziende in difficoltà per aiutarle a rilanciarsi e superare le difficoltà dovute alle pesanti conseguenze della pandemia, con l’obiettivo di salvare aziende e posti di lavoro. Questa in sintesi la procedura messa in atto dal ministero dello Sviluppo Economico attraverso il Fondo salvaguardia imprese, che attraverso Invitalia acquisisce partecipazioni dirette di minoranza nel capitale di rischio di aziende in difficoltà economico-finanziaria. La dotazione è di 300 milioni di euro e le imprese possono già fare domanda di accesso, dalle 12 del 2 febbraio scorso, attraverso l’apposito sportello online.

Chi intende accedere al fondo deve proporre un piano di ristrutturazione per garantire la continuità di impresa e salvaguardare i posti di lavoro, attivando capitali a sostegno dell’attuazione del piano stesso.

A effettuare l’operazione di investimento è Invitalia, insieme a investitori privati indipendenti che apportino almeno il 30% delle risorse previste (nel caso di operazioni a favore di imprese in difficoltà non ai sensi degli orientamenti comunitari) o alla stessa impresa proponente e/o ad altri investitori che garantiscano un contributo proprio pari ad almeno il 25% per le piccole imprese, 40% medie imprese e 50% grandi imprese (nel caso di operazioni a favore di imprese in difficoltà ai sensi degli orientamenti comunitari).

L’intervento complessivo per ogni singola operazione non potrà superare i 10 milioni di euro, mentre la durata della partecipazione sarà di 5 anni con condizioni per l’exit definite già nell’operazione di investimento.

In ogni caso, le aziende imprese che intendono richiedere l'accesso al fondo devono aver prioritariamente avviato un confronto presso la struttura per la crisi d’impresa del ministero dello Sviluppo economico, soddisfacendo almeno una delle seguenti condizioni:

  • essere titolari di marchi storici di interesse nazionale;
  • essere società di capitali con numero di dipendenti superiore a 250;
  • detenere beni e rapporti di rilevanza strategica per l’interesse nazionale, indipendentemente dal numero degli occupati.