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JRC

La pandemia, con tutto ciò che ne consegue in termini di impatto economico e sociale, non ferma lo sviluppo sostenibile, almeno in Europa. A dirlo è il Joint Research Center, il servizio scientifico interno della Commissione Europea che fornisce un supporto al processo decisionale dell'UE mediante consulenze scientifiche indipendenti e basate su prove concrete. JRC, che ha pubblicato a dicembre lo studio “A sustainable recovery for the EU”, ha analizzato i collegamenti tra il Recovery Plan europeo e gli SDGs, gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030. Risultato? Le politiche per la ripresa del Vecchio Continente sono in linea con i principi di sviluppo sostenibile. Ma attenzione: il piano è in continua evoluzione, avvertono i ricercatori.

Un’ampia disamina del documento è presente sul sito dell’Asvis, l’Alleanza italiana per lo Sviluppo Sostenibile, peraltro citata dallo studio europeo. L’analisi di JRC è stata condotta utilizzando uno strumento informatico basato su metodi di estrazione del testo con un set di oltre 200 parole chiave. Gli esperti hanno generato una mappa interattiva, liberamente consultabile sulla piattaforma KnowSDGs, in cui è evidente il forte legame tra il Recovery Plan europeo e i 17 obiettivi dell’Agenda 2030.

Lo studio poi si concentra sulla relazione tra gli obiettivi di sviluppo sostenibile e il piano Next Generation EU, che si fonda su tre pilastri. Quello che ha la stragrande maggioranza della dotazione finanziaria è il primo: “Supportare gli Stati membri per investimenti e riforme”. Tra i goal e i target citati, sono presenti l’occupazione e il lavoro dignitoso per tutti, la crescita economica, i cosiddetti NEET – i giovani che non studiano né lavorano – nonché imprenditorialità, creatività e innovazione. C’è spazio, e molto, anche per l’energia pulita, in particolare per quanto riguarda l’aumento della quota di rinnovabili: un ambito considerato fondamentale per la transizione verde, la creazione di nuovi posti di lavoro e la crescita economica. Presenti spesso anche i goal relativi a consumo e produzione sostenibili, con riferimenti al target che invita alla diminuzione sostanziale della produzione di rifiuti attraverso la prevenzione, la riduzione, il riciclaggio e il riutilizzo. Il focus del secondo pilastro, “Rilanciare l’economia dell’Ue incentivando gli investimenti privati”, che gode di una buona copertura, riguarda l’industrializzazione sostenibile e la promozione dell’innovazione. Meno SDGs nel terzo pilastro, “Imparare gli insegnamenti dalla crisi”, che parla di un programma sanitario per supportare le sfide del futuro.

“Questo periodo post-crisi – concludono i ricercatori – offre un’opportunità per progredire su percorsi realmente sostenibili che siano anche resilienti alle perturbazioni globali. La nostra valutazione del piano di ripresa indica che la Commissione è all'avanguardia nel perseguire gli Obiettivi e il piano può accelerare ulteriormente la transizione verso un'Ue più sostenibile, equa, giusta e resiliente”.