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Dubbi sull’etichettatura degli imballaggi, sulla gestione degli pneumatici fuori uso e sui toner che le imprese devono smaltire? Il ministero della Transizione Ecologica prova a fare chiarezza, rispondendo a tre rispettive interrogazioni parlamentari. Ecco un’analisi, punto per punto, delle repliche del MITE arrivate lo scorso 25 novembre.

Obbligo di etichettatura degli imballaggi

Allo scopo di fornire una corretta informazione ai consumatori sulla destinazione finale degli imballaggi, ovvero per facilitarne la raccolta e il riutilizzo o riciclo, dal 1 gennaio 2022 è previsto l’obbligo, per i produttori di imballaggi, di etichettatura ambientale che prevede l’identificazione in apposita etichetta dei materiali di imballaggio e l’indicazione della corretta gestione a fine vita degli imballaggi destinati al consumatore finale. La norma di riferimento è il decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 che prevede che tutti gli imballaggi devono essere opportunamente etichettati secondo le modalità stabilite dalle norme UNI applicabili; inoltre, i produttori di imballaggi hanno anche l'obbligo di indicare la natura dei materiali di imballaggio utilizzati.

Nel tempo, ci son state non poche difficoltà nell’applicazione di tali adempimenti, nei confronti dei quali il Ministero della transizione ecologica è intervenuta tramite apposite circolari di chiarimento.

Ciò evidentemente non è bastato a chiarire le idee tra gli operatori del settore, tant’è che lo scorso aprile c’è stata in merito un’interrogazione parlamentare (la numero 5-05743) per richiedere se fosse prevista proprio una sospensione di tale obbligo di etichettatura degli imballaggi, con particolare riferimento all’onere di indicare la natura dei materiali di imballaggio che – proprio secondo l’interrogazione – comporterebbe ai produttori il rifacimento di “tutti gli impianti di stampa” nel 2021 per poi dover “tornare a modificare le matrici di stampa” il prossimo anno; ciò comporterebbe “costi importanti”.

Il MITE, nella sua risposta del 25 novembre, ha chiarito che il dicastero ha intenzione di modificare tale norma “prevedendo una misura che chiarisca le modalità applicative di tale obbligo con l'obiettivo di assicurare certezza e omogeneità, nonché il rispetto della normativa europea sulla libera circolazione delle merci nel mercato unico”.

Gestione pneumatici fuori uso

Circa 80 milioni di euro l’anno. A tanto ammonta il danno erariale – secondo il consorzio Ecopneus, la società consortile per il rintracciamento, la raccolta, il trattamento e la destinazione finale dei pneumatici fuori uso – del mercato illegale dei pneumatici fuori uso. Ed è proprio su questo tema che verteva l’interrogazione parlamentare (numero 5-06278) dello scorso giugno secondo cui sono “sempre più frequenti le segnalazioni dei gommisti (generatori di Pfu) che lamentano l'insufficiente ritiro da parte dei soggetti obbligati”; ciò deriverebbe – appunto – “dall'immissione irregolare di pneumatici «in nero» nel mercato nazionale del ricambio, ma anche da alcune irregolarità nella raccolta degli stessi”.

La risposta del MITE è arrivata ancora una volta lo scorso 25 novembre per affermare che il Ministero sta attualmente valutando “possibili modifiche all'articolo 228 del decreto legislativo 152 del 2006” con l’obiettivo di “aggiornare la disciplina di gestione del PFU alla luce dei principi di Responsabilità Estesa del Produttore introdotti dalla Direttiva UE n. 851 del 2018, nonché ad armonizzarne il contenuto con le disposizioni del decreto ministeriale n. 182 del 2019 e consentire ai soggetti obbligati di far fronte ad interventi straordinari disposti per esigenze ambientali”.

Inoltre, il Ministero garantisce il suo impegno – attraverso i propri uffici competenti -  nella verifica del raggiungimento degli obiettivi di raccolta da parte di quei soggetti che sono obbligati a farlo.

Gestione rifiuti dei toner da imprese

Quali sono le corrette procedure di smaltimento dei toner da parte delle aziende? Il 29 settembre 2020 è entrato in vigore il decreto legislativo n. 116 che ha modificato di molto le disposizioni in materia di rifiuti del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, anche per quanto riguarda i rifiuti provenienti da attività economiche che possono essere gestiti nella filiera dei rifiuti domestici (cosiddetti assimilati).

Sulle criticità derivanti dall’ingresso tra i rifiuti urbani dei “Toner per stampa esauriti” (codice Eer 08 03 18) è intervenuta l’interrogazione parlamentare numero 5-06442, la quale asserisce che la direttiva europea 2018/851 del 30 maggio 2018 – recepito in Italia dal D.lgs. 116/2020 – “nella versione inglese, al considerando 10, esclude espressamente e inequivocabilmente la possibilità di assimilare ai domestici rifiuti diversi rispetto ai codici dei capitoli «15 01» e «20» («Waste falling under other chapters of that list is not to be considered as municipal waste»)”.

Il 25 novembre il MITE ha risposto a tale interrogazione affermando che - nel ricordare che anche prima delle modifiche del D.lgs. 116/2020 al D.lgs. 152/2006 era possibile per i Comuni gestire tale tipo di rifiuti anche da fonti non domestiche in base a regolamenti interni di "assimilazione" agli urbani — sta valutando una modifica alla normativa per l'esclusione del codice Eer 08 03 18 dall'allegato L-quater al D.lgs. 152/2006 per le utenze non domestiche.

Interrogazione parlamentare n. 5-05743

Interrogazione parlamentare n. 5-06278

Interrogazione parlamentare n. 5-06442

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