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Economia Circolare

Con il dato più elevato dell’Unione europea, in Italia la percentuale di riciclo di tutti i rifiuti ha raggiunto quasi il 68%, una crescita di ben 9 punti percentuali tra il 2010 e il 2018 a fronte di una media europea pressoché invariata. E ancora, sull’economia circolare il nostro Paese è riuscito a migliorare alcuni indicatori di circolarità rispetto ad altri. I dati sono del Rapporto sull’economia circolare in Italia 2022, elaborato dal Circular Economy Network in collaborazione con Enea, che consente ogni anno di valutare le performance del nostro Paese e lo stato di attuazione del Piano d’azione europeo nell’ambito della transizione ecologica. Ecco tutti i dettagli.

Si basa sugli indicatori della Carta di Bellagio - un sistema di monitoraggio europeo dell’economia circolare – il quarto rapporto del CEN che evidenza come la pandemia prima e la crisi ucraina poi – anche se non sono le cause esclusive – abbiano rallentato la crescita di questo tipo di economia. Ed infatti, tra il 2018 e il 2020, il tasso di circolarità è sceso dal 9,1% all’8,6%.

Per quanto riguarda consumi e sprechi, l’Italia non ha centrato l’obiettivo del disaccoppiamento tra crescita del PIL e uso di materie prime che indicherebbe buone performance di circolarità dell’economia.

Nonostante ciò, il nostro Paese resiste comunque e, nel quadro delle prime cinque economie europee (Italia, Francia, Germania, Polonia, Spagna), si posiziona al primo posto per gli indicatori più importanti di circolarità, insieme alla Francia.

Sul fronte riciclo dei rifiuti, secondo il rapporto, l'Italia ha avviato a riciclo la quota maggiore di rifiuti speciali rispetto agli altri Paesi presi in esame, ovvero circa il 75%. Per quanto riguarda i rifiuti urbani (il 10% dei rifiuti totali generati nell’Unione Europea) l’obiettivo di riciclaggio è del 55% al 2025, del 60% al 2030 e del 65% al 2035. Secondo i dati diffusi, nel 2020 nell’UE 27 è stato riciclato il 47,8% dei rifiuti urbani; in Italia il 54,4%. Sempre nel 2020 i rifiuti urbani avviati in discarica in tutta l’UE sono stati il 22,8%. Dopo la Germania, le migliori prestazioni sono quelle di Francia (18%) e Italia (20,1%).

E poi ci sono quei settori in cui il nostro Paese proprio non riesce a decollare. Come, ad esempio, il consumo del suolo: in Italia il 7,1% del territorio nel 2018 risultava coperto da superficie artificiale (la Polonia era al 3,6%, la Spagna al 3,7%, la Francia al 5,6% e la Germania al 7,6%). Anche per l’ecoinnovazione la situazione non è rosea: nel 2021, dal punto di vista degli investimenti in questo settore, l’Italia si piazza al 13° posto nell’UE con un indice di 79. La Germania è a 154. Infine, la riparazione dei beni: in Italia nel 2019 oltre 23.000 aziende lavoravano alla riparazione di beni elettronici e di altri beni personali (vestiario, calzature, orologi, gioielli, mobilia, ecc.). Siamo dietro alla Francia (oltre 33.700 imprese) e alla Spagna (poco più di 28.300). In questo settore abbiamo perso quasi 5.000 aziende (circa il 20%) rispetto al 2010.

È possibile leggere il Rapporto completo al seguente link: https://circulareconomynetwork.it/rapporto-2022/