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Mentre la Commissione Europea sigla una bozza di regolamento per la gestione dei veicoli fuori uso che pone al centro le case automobilistiche - con obiettivi minimi di contenuto riciclato e un rafforzamento della responsabilità estesa - e detta nuovi requisiti per gli operatori con l’obiettivo di spingere il recupero di materie prime, Cobat aggiunge un nuovo importane tassello al puzzle di servizi dedicati all’end of life veichles. Si chiama Cyclus, la Rete che vanta le migliori realtà italiane nel mondo dell’autodemolizione, sottoposte a rigidi test per garantire standard di efficienza per la gestione di dati e impianti, e che, grazie al software certificato Percorso Cobat, si candida come il miglior alleato nella gestione dei veicoli fuori uso.

La Rete Certificata Cyclus è stata presentata in occasione della tavola rotonda che si è tenuta nella Sala Capranichetta di Piazza Monte Citorio, alla presenza dell’Ing. Silvia Grandi, Direttore Generale Economia Circolare del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, dell’On. Patty L’Abbate, Vicepresidente della Commissione Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici della Camera dei Deputati, dell’On. Marco Simiani, Membri della Commissione Ambiente della Camera dei Deputati, di Edo Ronchi, Presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile e di Andrea Minutolo, Responsabile scientifico di Legambiente oltre che di Claudio De Persio, Amministratore Delegato di Cobat e di Haiki+ e del Direttore scientifico di Eprcomunicazione Roberto Della Seta.

Cyclus risponde all’evoluzione che sta delineando i nuovi contorni della gestione dei veicoli fuori uso, sempre più, a pieno diritto parte del ciclo di vita del veicolo, cambiando l’approccio e l’attività stessa dell’autodemolitore, a servizio dell’economia circolare.

L’end of life vehicles (ELV) è regolato in Italia con il Decreto Legislativo 119 del 2020, secondo la direttiva Europea 2018/849. Tra gli obiettivi della direttiva, c’è l’implementazione del concetto di Responsabilità Estesa del Produttore, vale a dire la sempre maggiore importanza delle case automobilistiche nella gestione dei veicoli fuori uso, quelli che appunto devono essere avviati a riciclo. A tal proposito, lo scorso 13 Luglio è stata pubblicata la bozza di Regolamento della Commissione Europea relativa alla normativa ELV, in revisione della Dir. 2000/53/CE. Ad emergere chiaramente nel testo della proposta è il ruolo centrale delle case automobilistiche con obiettivi minimi di contenuto riciclato e un rafforzamento della responsabilità estesa, a garanzia della sostenibilità economica delle attività di demolizione e riciclo. Il Provvedimento, inoltre, detta nuovi requisiti per gli operatori con l’obiettivo di spingere il recupero di materie prime critiche, alluminio e plastiche e detta misure più stringenti per le esportazioni di veicoli a fine vita fuori dall’Ue, con un rafforzamento dei controlli e la digitalizzazione delle procedure.

Cobat ha intrapreso da tempo un progetto che si potrebbe definire per certi versi pioneristico, con l’obiettivo di creare da zero un sistema trasparente ed efficace per la tracciabilità dei veicoli fuori uso. Il progetto si è trasformato in realtà già nel 2021 quando, con la nascita di Percorso Cobat, ha avuto origine la piattaforma che permette - grazie a strumenti evoluti di monitoraggio e rendicontazione - di tracciare il veicolo avviato a recupero fino al dettaglio del singolo componente. Come? Supportando le Case Automobilistiche nelle attività operative e gestionali legate al fine vita del prodotto, all’interno di un network certificato, dove gli Autodemolitori possono con facilità tracciare i dati del loro operato, nel pieno rispetto della normativa vigente.

Arriva dal latino tardo, il nome della Rete certificata di Autodemolitori, cuore pulsante della piattaforma che assicura trasparenza ed efficienza nella gestione del fine vita. Cyclus identifica il cerchio, il moto circolare e porta con sé la tensione verso soluzioni votate alla sostenibilità.

“Cyclus è parte di un sistema aperto a tutti– spiega Claudio De Persio, amministratore Delegato Cobat e Haiki+ - Attraverso una piattaforma interoperabile che permette un uso efficiente dei dati, è infatti possibile tracciare in maniera sicura le componenti di un veicolo. Un vantaggio per gli operatori, uno strumento già efficiente al servizio della circolarità”.

Si potrebbe dire una “rivoluzione nella rivoluzione del mondo automotive”, portata avanti da Cobat, che da oltre trent’anni si occupa di prodotti giunti a fine vita e che sceglie di supportare il settore dell’autodemolizione, fornendo uno strumento in grado di garantire trasparenza e tracciabilità del proprio operato. Cyclus ci ricorda che esistono imprese, distribuite sull’intero territorio nazionale che comprendono ed operano ogni giorno riconoscendo nella sostenibilità e nell’efficienza i valori verso cui guardare.

L’evento è stato l’occasione per sottolineare il ruolo di fondamentale importanza che ha il settore del riciclo dei veicoli fuori uso per l’economia europea e nazionale.

Nell’Unione europea secondo i dati elaborati dall’Eurostat si generano ogni anno circa 6 milioni di veicoli fuori uso, con il nostro Paese che supera di poco il milione. L’Italia, oltre ad avere un parco circolante sempre più vecchio, con un’età media che supera i 12 anni, vanta anche il primato europeo per possesso di automobili con 672 auto e 897 veicoli ogni 1.000 abitanti (dati ISPRA del 2022). In tale contesto la filiera italiana ha raggiunto una percentuale di recupero totale che si attesta secondo lo “Studio sulle problematiche del riciclo e recupero dei veicoli fuori uso” a cura della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile solo all’84,7%, decisamente lontano dal raggiungimento dell’obiettivo del 95%, sia per l’assenza delle forme di recupero energetico sia per la difficoltà di trovare un circuito di valorizzazione per i materiali a minore valore di mercato.

In questo senso, gli strumenti messi a disposizione da Cobat garantiscono agli autodemolitori Cyclus, come alle case Auto che si avvalgono della Rete, una gestione trasparente. Del resto, cambierà l’approccio e l’attività stessa dell’autodemolitore, chiamato sempre più a “fornire” componenti da riutilizzare nella produzione del nuovo e nella riparazione del vecchio. L’autodemolitore è e sarà uno degli attori protagonisti nel corretto recupero di materie e materiali.

Altra protagonista assoluta è la casa automobilistica, nel suo ruolo di Produttore del bene, la quale, utilizzando la Rete Cyclus, può godere di un sistema affidabile, accedere ad una rete di impianti certificati e verificare in tempo reale gli obiettivi di smaltimento.

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