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In questo periodo di crisi e incertezza, le aziende stanno rafforzando o rivedendo le loro politiche ambientali, sociali e di governance, anche attraverso l’introduzione delle metriche ESG (Environmental, Social, Governance) nei piani di remunerazione. Detto in altri termini, sempre più imprese stanno mettendo in atto piani di incentivazione che prevedono di collegare stipendi e premi dei manager (e non solo) a specifici obiettivi di sostenibilità. Questa la tendenza globale fotografata dalla ESG Board Survey, indagine condotta da Willis Towers Watson nel secondo semestre del 2020 intervistando il top management di 168 aziende in Nord America, Europa, Asia, Africa e Medio Oriente, che occupano 2,2 milioni di lavoratori.

Stando alla survey, il 78% degli intervistati si sta preparando a rivedere la modalità attraverso cui le politiche in materia di ESG e gli obiettivi ad esse sottese saranno collegate ai piani di remunerazione dei propri manager. Il 41% prevede di introdurre misure ESG nei loro piani di incentivazione di lungo termine nei prossimi tre anni, mentre il 37% ha intenzione di introdurre misure ESG nei loro schemi di incentivazione annuale. Inoltre, circa un terzo degli intervistati vuole aumentare la rilevanza di tali misure nei sistemi di remunerazione di tutti i dipendenti.

"Alla luce dell’accresciuto interesse degli investitori istituzionali sul tema della sostenibilità, le aziende stiano rafforzando o rivedendo le proprie politiche ed i programmi ESG di medio e lungo termine - spiega Matteo Fiocchi, Senior Director di Willis Towers Watson - Dalla nostra ricerca e dalle nostre recenti esperienze emerge chiaramente che le aziende stiano lavorando per garantire un sempre maggiore allineamento tra i piani di remunerazione dei manager e gli obiettivi di sostenibilità di medio/lungo termine, in particolare per quanto riguarda il cambiamento climatico, le politiche di inclusione e diversità, e più in generale con riferimento alla più efficace governance del capitale umano".

Trattandosi di un terreno nuovo e per molti inesplorato, non sono mancate le difficoltà. Circa la metà delle imprese ha trovato complesso definire appropriati livelli di performance attesa (52%), identificare indicatori di dettaglio (48%) e definirli (47%).

Ma non è solo una questione di performance e incentivi. Le aziende ora sentono la necessità di rendere i propri programmi di gestione delle risorse umane integrati alle politiche ESG. Il 46% degli intervistati ha dichiarato di aver implementato strategie di ascolto per coinvolgere i propri dipendenti su tali tematiche, mentre tre aziende su dieci hanno creato un nuovo ruolo direttivo per sviluppare e gestire la strategia ESG e hanno identificato nuove posizioni organizzative per supportare attivamente l’implementazione, i programmi e le politiche ESG.

La vera sfida, poi, è integrare piani e obiettivi ESG in tutti gli aspetti del business, dalla strategia ai prodotti e servizi offerti. Se infatti l’84% è al lavoro nell’implementazione dei propri piani e programmi ESG, solo il 48% sta procedendo all’integrazione.

Insomma, lavori in corso, ma la direzione sembra ormai delineata. Più di tre intervistati su quattro (78%) ritengono che le tematiche ESG siano un fattore chiave per rafforzare i risultati finanziari del proprio business nel medio termine.