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Crisi Industriale

In arrivo un’importante occasione per le imprese che intendono presentare domande per richiedere gli incentivi, per realizzare programmi di investimento su cinque aree di crisi industriale. Il Ministero dello sviluppo economico ha da poco reso noto, infatti, che dalle ore 12 del 14 luglio 2022 riapriranno gli sportelli online delle aree di crisi industriale di Livorno, di Venezia, di Massa Carrara, della regione Friuli-Venezia Giulia e dei comuni rientranti nell’area coinvolta dalla crisi del Gruppo Antonio Merloni. Vediamo nel dettaglio di cosa si tratta.

Il Mise ha messo a disposizione – a seguito del Decreto direttoriale 27 giugno 2022 - ulteriori 27 milioni di euro per tali interventi, i quali rientrano nell’ambito della riforma della legge 181/89. Quest’ultima semplifica e accelera le procedure in favore delle imprese che richiedono agevolazioni per realizzare programmi di investimento sul territorio nazionale.

In particolare, verranno finanziati i progetti di riconversione, riqualificazione e rilancio industriale previsti nei seguenti territori: area di crisi industriale non complessa della regione Friuli Venezia-Giulia, con agevolazioni pari a 1.977.677,85 di euro; area di crisi industriale non complessa della regione Toscana (provincia di Massa-Carrara), con agevolazioni pari a 6.336.194,40 di euro; l'area di crisi industriale del gruppo Antonio Merloni (comuni della regione Marche), con agevolazioni pari a 7.160.253,59 di euro; area di crisi industriale complessa di Venezia, con agevolazioni pari a 6.231.245,25 di euro; area di crisi industriale complessa del Polo produttivo dell’area costiera livornese, con agevolazioni pari a 5.006.554,10 di euro.

Come noto, la riforma della legge 181/89 amplia le modalità operative dello strumento di riconversione e riqualificazione industriale, estendendo le agevolazioni alla realizzazione di programmi di investimento produttivo e/o per la tutela ambientale di importo superiore a 5 milioni di euro, che comprendono anche progetti per l’innovazione di processo e dell’organizzazione, la ricerca industriale e lo sviluppo sperimentale, nonché la formazione del personale.

A salvaguardia della competitività del territorio è stata prevista anche una limitazione alle delocalizzazioni per le attività che beneficiano di incentivi pubblici.