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Giancarlo Morandi
Presidente di Cobat

Avete mai provato a fotografare il sole, ogni giorno, alla stessa ora e nello stesso punto? Se lo aveste fatto, magari con una macchina fotografica a lunghissima esposizione, il risultato - unendo i puntini della nostra stella madre in tutte le sue diverse posizioni - sarebbe un 8 rovesciato, tecnicamente un analemma, ed è quello che trovate sulla copertina di questo rapporto. E che poi è, anche, il simbolo dell’infinito.

Ovunque voi vi troviate, in qualsiasi emisfero, in montagna o nel mezzo del mare, il sole traccia quel percorso e assicura la ciclicità della vita sulla terra. Ed è proprio questo percorso che vogliamo omaggiare, e – a modo nostro – imitare, con quella che viene definita economia circolare. Economia circolare che, a rigor di logica e per sua stessa definizione, dovrebbe essere rappresentata da un cerchio. Ma alla perfezione statica della circonferenza, in cui ogni punto è inizio e fine, abbiamo preferito il simbolo dell’infinito, in quanto espressione di un fenomeno ciclico che rappresenta nei suoi rigonfiamenti l’infinitamente grande che nell’intersezione si annulla e poi torna a essere tale.

Una mera questione geometrica e astronomica? Tutt’altro. Cobat da oltre 30 anni si colloca all’intersezione di questo analemma, diventando il braccio operativo di un’economia circolare che trasforma in nuove materie prime montagne di prodotti non più utili, erroneamente considerati rifiuti, espulsi forse da un percorso geometrico ma non dal grafico che contribuiscono a sporcare sempre di più. Lungi dal definirci architetti del cerchio, preferiamo definirci un buon filtro che permette al nastro dell’infinito di continuare a scorrere. Il suddetto punto di intersezione è tutt’altro che statico e comodo. Aggiustiamo costantemente il nostro lavoro al cambiare degli orizzonti, normativi e tecnologici. Seguiamo gli andamenti, tutt’altro che rettilinei, della politica e del mercato in quell’accidentato piano cartesiano che ormai non si può limitare all’Italia, ma (almeno) all’intera Europa.

Eppure collocarsi all’intersezione non vuol dire solo essere un banale “trasformatore di materia”. Si tratta prima di tutto, e qui torna la geometria, di pura prospettiva. Oggi si discute sempre di più di inquinamento, cambiamenti climatici e problematiche ambientali, da molteplici punti di vista. Eppure, per trovare una risposta concreta a questi problemi, basterebbe inquadrarli dalla giusta prospettiva. Tutti dovremmo guardare all’intersezione dell’infinito, per essere davvero consapevoli che ciò che è grande può ridursi a un punto, ma anche che da quel punto può nascere qualcosa di altrettanto grande.

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